giovedì 26 marzo 2009

Le origini degli Unni. Il popolo hsiung-nu

L'origine degli unni è incerta: per alcuni sarebbero di stirpe turca. Un ipotesi li identifica con gli hsiung-nu, che la coeva storiografia cinese descrive come un bellicoso popolo di pastori stanziati alla frontiera mongola della Cina. A ogni modo avevano costumi originali: le fonti europee li descrivono come l'incarnazione della barbarie rasati, usi a praticare deformazione cranica e a sopprimere i vecchi, cremavano i loro morti ed erano poligami .
Gruppi di hsiung-hu invasero dopo il 35o d.c le province orientali dell'impero persiano dei Sasanidi , altri fecero la cloro comparsa nella pinura russa a ovest del Volga frapoonendosi tra gli alani e i goti .
Gli hsiun-nu prima si allearono con il re sasanide Sapore II e quindi parteciparono a una campagna contro i romani in Mesopotamia (di cui parla parla lo storico Ammiano Marcellino) fondando una nuova potenza nell'Iran orientale a spese del dominio sasanide. Negli ultimi decenni del sec. IV si affermò nella Battriana ( nell'Asia centrale) il capo Kidara da cui il nome di kidariti, citati dallo storico greco degli Unni Prisco di Panio. Un altra stirpe di Unni, gli eftaliti o Unni bianchi tra la fine del sec. IV e l'inizio del V, soppiantò i kidariti nella Battriana e li ricacciò nel Punjab. Gli Unni bianchi per deccni costituirono una minaccia alla sicurezza dell'Iranm a i sasanidi guidati da Cosroe I il Grande li sconfisse nel 557, con l'aiuto dei turchi. Le fonti indiane registrano all'inizio del sec. VI incursioni nel nel Punjab e nell'India Occidentale di un popolo huna. Certamente si trattava di Unni probabilmente kidariti e poi eftaliti. Gli huna contribuirono alla dissoluzione dell'impero gupta; nel 510 il loro capo Toramana, controllava più o meno direttamente una grossa fetta dell'India. Ma il suo successore, Mihirakula, fu scacciato intorno al 525 dalle pianure indiane mantenendosi ancora nel Kashmir. In seguito gli eftaliti persero le loro specificità etniche confondendosi con le altre popolazioni indiane.individualità etnica.
domenica 22 marzo 2009

L'origine di Roma: la verità storica. La fusione tra Sabini e Septimontium

Secondo un calcolo di Varrone la data a cui far risalire la fondazione di Roma sarebbe il 754 a.C. Ma questa data è il risultato di calcolo artificioso effettuato partendo dal 509 a.C. anno a cui risalirebbe la fine della monarchia per poi procedere a ritroso ipotizzando una durata media di 35 anni di regno per ciascuno dei sette re attribuiti a Roma dalla tradizione.
La realtà è che Roma non nacque da un giorno all’altro ma si formò dalla progressiva fusione di villaggi preesistenti. L’importanza del sito di Roma è già notevole al tempo dell’età del Bronzo: in essa si incrociavano la via che dall’Etruria conduceva in Campania e la via del sale che dall’entroterra appenninico conduceva fino alla foce del Tevere dove si trovavano le saline. La festa del Septimontium che si celebrava ancora in epoca storica con sacrifici nei siti dei colli Palatino, Esqulino, Celio è il retaggio dell’antica federazione tra quei villaggi situati nei montes a cui successivamente furono inclusi gli insediamenti abitativi successivamente formatesi negli avvallamenti intermedi . L’indole bellicosa di quelle popolazioni è testimoniata dal ritrovamento di arma da combattimento nel corredo funerario di alcune tombe del VII sec. Le tombe ritrovate sul colle palatino sono a incinerazione, analogamente a quelle ritrovate sui colli albani. Poiché la tradizione insiste nel sottolineare come Roma sia stata in origine una colonia di Alba Longa, questo particolare archeologico sembra confermarci come il sito del Palatino sia stato abitato da uomini originari proprio dei colli albani. Successivamente avvenne la graduale fusione con gli abitanti dei colli Celio e Esquilino, l’ultimo dei quali si presumo essere abitato da popolazioni di origine appenninica visto che vi sono state trovate delle tombe a inumazione.
Se Roma non era stata ancora fondata tuttavia la già esistente federazione tra i villaggi ne era il presupposto : e i suoi abitanti erano i Ramnes, cioè coloro che abitano vicino al fiume , nel linguaggio locale, Rumon. L’impulso alla trasformazione in città lo diede l’insediamento di gruppi di Sabini nel colle del Quirinale che avevano interesse ad avere libero il passaggio del fiume per poter rifornirsi di sale da inviare ai Sabini che si trovavano nell’entroterra appenninico. Divenne inevitabile il contrasto tra i Sabini, identificati nei Tities e i Ramnes, identificabile nel mito del ratto delle Sabine. A prevalere furono i gruppi Sabini che procedettero all’unificazione con i villaggi del Septimontium , che diede origine alla città vera e propria.

INDICE. ROMA. PERIODO MONARCHICO

La fondazione di Roma secondo la leggenda. Il ciclo troiano latino e il ciclo sabino
ROMOLO E LA PRIMA COSTITUZIONE DI ROMA
Numa Pompilio
L'origine di Roma: la verità storica. La fusione tra Sabini e Septimontium
Roma: i re sabini. La prima espansione contro Alba Longa
Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo: la fase etrusca della monarchia di Roma
L'espansione di Roma durante l'ultima fase regia
La Gens nell'antica Roma. Origine e significato storico
La cacciata di Tarquinio il Superbo da Roma. Porsenna e l'offensiva etrusca
Il crollo della monarchia a Roma. La storia conferma la tradizione
sabato 14 marzo 2009

I Visigoti. Da Alarico al regno di Tolosa. Il controllo della Spagna e il regno di Toledo.

I Visigoti, originari della Scandinavia,si convertirono parzialmente all'arianesimo con Ulfila. Si tratta del ramo occidentale del gruppo dei goti. Dopo essere stati tenuti a nord del Danubio dai Romani e pressati dagli Unni furono accolti dall'imperatore Valente e si stabilirono nel 376 in Tracia, nei Carpazi e nella Moldavia.
Poco dopo però si ribellarono alle condizioni con cui erano stati accolti e fissatisi nella Tracia e sconfissero lo stesso imperatore ad Adrianopoli (378). Raggiunsero un foedus con l'imperatore Teodosio solo nel 382, in cambio di terre nella Mesia, ma la pace durò poco; nel 392 Stilicone ne impose il rinnovo ad Alarico che però nel 395 alla morte di Teodosio riprese le incursioni devastando prima i Balcani, poi tutta la Grecia e infine nel 397 ottenendo il controllo dell'Epiro.
Dopo una nuova rivolta, nel 401 egli condusse i Visigoti in Italia. Dopo aver conquistato snza resistenze Venezia e Milano, furono respinti una prima volta ancora da Stilicone, (battaglia di Pollenzo, 402). Firmarono un trattato che li condusse temporaneamente in Dalmazia e nel Norico. Ma nel 408 Alarico ruppe il patto e invase per la seconda volta l'Italia giunse fino a Roma, che fu saccheggiata (410) nell'impossibilità di giungere a un accordo con l'imperatore. Quindi Alarico puntò verso sud avendo come meta l'Africa, ma i Visigoti dovettero rinunciare al progetto di passare in Sicilia a causa della mancanza di navi.
Dopo la morte di Alarico, fu il cognato Ataulfo a intraprendere la riconciliazione con l'impero: con il consenso dell'imperatore d'occidente Onorio, condusse i Visigoti verso nord: nel 412 prese il possesso della Gallia Narbonese, acquisendo anche l'Aquitania con Tolosa e Bordeaux (413). Per consolidare la pace, Ataulfo sposò Galla Placidia, sorella di Onorio (414) eformò un rudimentale governo gestito aristocratici aquitani. Ma fu il nuovo re Wallia, con un accordo con l'impero (416), a creare il regno di Tolosa, primo esempio di regno barbarico in territorio romano . negli anni successivi Wallia spedizione contro Vandali, Alani e Svevi in Spagna. Teodorico I (418-51) rispettò il patto federativo, fornendo aiuto militare ai romani: combatte Teodorico I (419-451) combatté con Ezio contro Attila e morì ai Campi Catalaunici ; il figlio Teodorico II (453-66)continuò la collaborazione con gli imperatori romani ed ebbe un governo moderato; il fratello Eurico (466-84) portò il regno di Tolosa al suo apogeo, conquistando la Gallia centrale, l'Alvernia, parte della Provenza e quasi tutta la Spagna su cui pose un protettorato e, con la fine dell'Impero d'Occidente (476), realizzò la piena indipendenza formale del regno . Eurico si servì dell'esperienza amministrativa dei quadri romani e nominò conti e duchi sudditi appartenenti indifferentemente a romani e goti.
Tuttavia le due anime del regno di Tolosa fecero molta fatica a convivere a causa del fanatismo dei Visigoti ariani, che tendeva a opprimere la maggioranza della popolazione , romanizzata e cattolica, e ciò ebbe gravi ripercussioni sulla solidità interna del regno. Il figlio di Eurico, Alarico II (484-507), dovette subire i continui attacchi dei Franchi di Clodoveo e malgrado l'emanazione della Lex Romana Visigothorum , contenente disposizioni più favorevoli ai sudditi romanizzati e cattolici, fu sconfitto e ucciso (Vouillé, 507); sostenuti dagli ostrogoti, ivisgoti dovettero cedere la parte francese ( compresa Tolosa) del regno ai Franchi mentre conservarono la Spagna spostando la capitale a Toledo. Alla morte di Alamarico, (507-531) che era riuscito a governare pur con enormi difficoltà grazie al sostegno degli ostrogoti, la dinastia si estinse.
la guida del regno fu assunta da due ostrogoti, Teudi e Teodisclo, (531-549); quindi, il potere tornò al visigoto Agila, la cui intolleranza religiosa gli alienò il Sud del regno, tutto romano. Successivamente attorno alla corte di Toledo i Visigoti cercarono di ricostituire l'unità spagnola del regno convertendosi al cristianesimo. La conquista musulmana della penisola iberica (711) pose fine definitivamente al regno dei Visigoti.

INDICE. LE INVASIONI BARBARICHE

Le origini degli Unni. Il popolo hsiung-nu
Gli Unni invadono l'Europa e l'impero romano
Gli Alamanni dalle origini alla sottomissione ai Franchi
I Visigoti. Da Alarico al regno di Tolosa. Il controllo della Spagna e il regno di Toledo.
I Vandali
2 giugno 455: il sacco di Roma dei Vandali di Genserico ( cronaca di Ferdinand Gregorovius)
La personalità del diritto nei regni romano barbarici
476: cade l'impero romano d'Occidente. Ma nessuno se ne accorge.
lunedì 9 marzo 2009

Lo storico negazionista David Irving organizza un asta di cimeli nazisti


David Irving, lo storico britannico negazionista dell'olocausto fa ancora parlare di se per una singolare iniziativa: ha messo in piedi un sito Internet per la vendita di cimeli nazisti. Tra le nazi memorabilia esposte nel sito già ridenominato "Naz-e-bay" vi sono un regalo di battesimo fatto dal comandante delle SS Heinrich Himmler alla figlia del comandante della Lutwaffe Hermann Goering, , un bastone da passeggio appartenuto al Fuhrer, foto relative al Terzo Reich, e una ciocca di capelli e frammenti ossei che si ritine possano essere di Hitler. Irving precisa però che l'autentificazione dei resti umani è ancora in corso. Irving autentica gli oggetti proposti e ottiene una commissione del 15%.
DI SEGUITO INSERISCO ALCUNI LINK AL SITO NAZ-EBAY

http://www.fpp.co.uk/shop/Ealing/photos_misc/index_2.html
http://www.fpp.co.uk/shop/Ealing/photos_misc/index_1.html
http://www.fpp.co.uk/shop/Ealing/Gehstock/index.html
http://www.fpp.co.uk/shop/Wuest/Taufbecher_Eddas/index.html
domenica 8 marzo 2009

Arnolfo di Cambio



Arnolfo è documentato come attivo nella bottega di Nicolò Pisano fra il 1265 e il 1267 per la costruzione del pulpito del Duomo di Siena e forse anche dell'arca di San Domenico a Bologna. Del maestro seguì la linea classicista a cui aggiunse una ricerca di uno dimensione più razionale nelle strutture architettoniche In virtù delle sue aperture verso il gotico transalpino riguardanti sopratutto le innovazioni architettoniche c'è chi ipotizza anche che la sua formazione sia avvenuta anche nel cantiere cistercense della chiesa di San Galgano, in provincia di Siena
Alla fine degli anni Settanta lo scultore si reca in Umbria, probabilmente al seguito della bottega di Nicola e Giovanni Pisano a cui venne commissionata la Fontana Maggiore a Perugia. Sicuramente di Arnolfo è la Fontana Minore di Perugia, oggi smembrata.
In quello stesso periodo gli vengono commissionati molti lavori anche a Roma: Per Carlo d’Angiò nel 1277 eseguì un grande ritratto marmoreo conservato oggi nei Musei Capitolini, espressione di un maestoso classicismo, e parte di un monumento celebrativo oggi perduto. Arnolfo esegue delle opere anche per la chiesa romana; è suo il monumento sepolcrale di Bonifacio VIII, un tempo facente parte della controfacciata dell'antica basilica di San Pietro e oggi conservato in parte nelle grotte vaticane.
Arnolfo realizzò anche due cibori: il primo, del 1285, attestante una superba conoscenza delle caratteristiche architettoniche del gotico francese nella chiesa di San Paolo fuori le Mura, il secondo in Santa Cecilia in Trastevere in marmo in stile gotico realizzò due cibori, datato 1293.
negli anni Novanta Arnolfo rientrò a Firenze: qui gli venne affidato il progetto per la cattedrale di Santa Maria del Fiore, per la quale fu posta la prima pietra nel 1296; per la facciata di quella Chiesa eseguì anche alcuni gruppi scultorei conservati nel Museo dell’Opera del Duomo. A Arnolfo di Cambio vengono tradizionalmente attribuiti nell'ultima parte della sua vita, ( morì nel 1302) i progetti della Chiesa di santa Croce e del palazzo dei Priori, poi ridenominato palazzo vecchio

INDICE STORIA DELL'ARTE

La chiesa di San Pedro della Nave: apogeo dell'arte visigota
Il battistero di Poitiers
L'arte longobarda
La lamina di Agilulfo
Il tempietto longobardo di Cividale del Friuli (VIII secolo)
La cripta del monastero di Jouarre
Ravenna e Costantinopoli: un duraturo legame artistico e culturale
La fioritura artistica nella Spagna visigota del VII secolo
Santa Maria del Naranco
Altichiero da Zevio
Arnolfo di Cambio
Benedetto Antelami
La deposizione di Cristo di Benedetto Antelami
Bonanno Pisano
Buffalmacco
I Berlighieri: Berlinghiero, Barone, Matteo e Bonaventura
Pietro Cavallini
Cimabue ( Cenni di Pepo)
Duccio di Buoninsegna
Taddeo Gaddi, pittore innovativo sulle orme di Giotto
Il neogotico o gothic revival
lunedì 2 marzo 2009

Gli Alamanni dalle origini alla sottomissione ai Franchi

Gli Alamanni o Alemanni ( il cui nome significa letteralmente "tutti uomini") erano una una confederazione guerriera di varie tribù germaniche. A causa delle presioni che subirono dai Goti e degli Slavi si spostarono all'inizio del III sec. d.C., dalla loro sede di origine, il Brandeburgo, verso rive del Meno. Lo storico cassio Dione ci ha lasciato la prima testimonianza della loro presenza ion occasione del racconto della sconfitta da loro subito ad opera dell'imperatore romano Caracalla (213). Successivamente vennero respinti anche da altri imperatori del III sec; dopo l'ulteriore rovescio subito da Costanzo Cloro nel 301, trovarono un sistemazione più stabile ( fino alla metà del IV secolo) lungo la riva sinistra del Reno, fra il Meno e il lago di Costanza per poi estendere il loro controllo all'attuale Württemberg, al Baden e la Svizzera tedesca ( metà V secolo). Cercarono di oltrepassare il fiume e assieme ai franchi saccheggiarono la Gallia ma furono sconfitti dall'imperatore Giuliano (Strasburgo, 357) e da Valentiniano e, al tempo dell'invasione degli Unni di Attila, da Ezio (453).
Gli Alemanni combatterono anche contro i Burgundi a sud e contro i Franchi. Dal re franco Clodoveo subirono una prima sconfitta nel 476 e un secondo decisivo rovescio nel 506 in cui venne ucciso il rex Alemannorum. I franchi si impadronirono dell'Alsazia e del territorio dei Ripuari e da questo momento gli Alemanni cessarono di avere indipendenza politica continuando a mantenere però una propria rilevanza come gruppo etnico sia preso i Franchi che presso gli Ostrogoti. presso questi ultimi infatti dopo la sconfitta del 506 aveva cercato protezione la classe dirigente alemanna. Colonie alemanne continuarono a sorgere a ovest e a sud del Reno, in Alsazia, nella Lorena romana, nella Franca Contea e nella Svizzera romana (Rezia): le finali in -heim di numerosi villaggi di queste regioni e soprattutto le suppellettili funerarie trovate nei cimiteri e risalenti testimoniano questa loro penetrazione.
Nel 554-555 il re franco Teodebaldo, su richiesta degli Ostrogoti, inviò in Italia una spedizione franco-alamanna, comandata dagli alamanni Leutari e Butilino, che partita probabilmente dalle diocesi di Windisch e di Avenches, devastò tutta la penisola, e che fu fermata in parte dalle forze bizantine di Narsete e in parte da un'epidemia.
Con i re franchi Clotario II e Dagoberto nel VII sec. gli Alamanni poterono creare un loro codice, mentre Carlo Magno assegnò loro delle terre in cui si stabilirono perdendo la loro spinta migratoria. nelle guerre tra i successori di Carlo del IX sec. si allearono , contro Ludovico il Pio e Lotario, con Ludovico il Germanico, ed infatti nel testo del trattato di Verdun dell'843 appaiono a lui soggetti.