giovedì 28 agosto 2014

Il trattato di Tordesillas e la Inter Caetera: Spagna e Portogallo si spartiscono il Nuovo Mondo

Nel 1454 il Portogallo aveva ottenuto dal papa Niccolò V con la bolla Romanus Pontifex, il riconoscimento dei suoi possedimenti in Africa e il monopolio della rotta verso le Indie. Dopo il primo viaggio di Cristoforo Colombo, il re portoghese Giovanni II avanzò delle pretese sulle terre scoperte dall'esploratore genovese, ritenute erroneamente parte delle Indie Orientali, e per questo da considerarsi però zona di influenza lusitana. Il re spagnolo Ferdinando, allarmato dalla pretese portoghesi, chiese a papa Alessandro VI, anch'egli spagnolo, di farsi arbitro della questione. Il Pontefice con la bolla Inter Caetera (giugno 1493) dichiarò i due regni iberici titolari dei diritti di esclusivo dominio sulle terre già scoperte e da scoprirsi e venne tracciata una linea di demarcazione (raya) che doveva delimitare le zone di espansione spagnola e portoghese. Posta a 100 leghe a ovest delle isole Azzorre e del Capo Verde, tutte le terre emerse scoperte e da scoprire a occidente di questa linea, venivano assegnate al re di Castiglia e Leon a cui spettava anche il compito di portare la dottrina cristiana alle popolazioni indigene sottomesse.
Il Portogallo ritenne tale suddivisione troppo favorevole agli spagnoli e minacciò di ostacolare la navigazione spagnola sulle proprie acque. Al termine di un complesso negoziato Spagna e Portogallo si accordarono per una nuova spartizione e con il trattato di Tordesillas (1494) la raya venne spostata 370 leghe a ovest di Capo Verde,  il che avrebbe quindi successivamente garantito i diritti portoghesi sul Brasile. Il trattato verrà poi sancito anche da papa Giulio II nel 1506.
Il Trattato di Tordesillas non poteva ovviamente prevedere la successiva rapida ondata di esplorazioni verso oriente e con il trattato di Saragozza nel 1529 Spagna e Portogallo regoleranno le rispettive zone di influenza anche per l'Asia e il Pacifico.