lunedì 30 novembre 2009

Bonanno Pisano


Scultore e architetto pisano del XII secolo, è uno dei grandi protagonisti del romanico in Italia, stile a cui da un originale lettura fondendo elementi classici nell’inquadratura , bizantini, e oltremontani nella composizione. Di lui si ha la prima notizia nel 1174 con l’inizio dei lavori del Campanile del Duomo, la celeberrima “torre pendente”.
Ma la sua attività prevalente fu quella di scultore: nel 1180 esegue la Porta Reale in bronzo del Duomo di Pisa, poi distrutta dall’incendio del 1565. Negli stessi anni realizza la Porta di San Ranieri, posta nel transetto destro del Duomo: nelle imposte in bronzo vi sono venti formelle che rappresentano i principali episodi della Vita di Cristo. Nel 1186 esegue la Porta della Cattedrale di Monreale ( firmata Bonanno civis pisanus), contenente raffigurazioni di Storie del Vecchio e del Nuovo Testamento. Assieme a Porta di San Ranieri essa rappresenta la completa maturità dell’artista: entrambe le opere infatti si distinguono per la facilità narrativa e la coerenza formale dell’insieme.
sabato 28 novembre 2009

Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo: la fase etrusca della monarchia di Roma

Gli ultimi tre re di Roma tramandatici dalla tradizione(Tarquinio Prisco, Servio Tullio, Tarquinio il Superbo) caratterizzano la fase etrusca della monarchia. Durante questo periodo la città registrò un ulteriore espansione con l’affermazione della strada che dall’Etruria, passava per Roma, attraversava la pianura pontina a ovest dei colli Albani per poi scendere verso la Campania. Se si tiene conto dei traffici provenienti dal mare e di quelli dell’entroterra che si rifornivano di sale, appare chiaro come Roma stesse diventando un crocevia di commerci che attirava in città abitanti dai centri vicini e con esso lo svilupparsi dei ceti artigianali e commerciali. A tal proposito la tradizione ci ha lasciato il ricordo di corporazioni di fabbri, carpentieri, muratori, orefici ecc alla cui organizzazione avrebbe provveduto addirittura Numa Pompilio. Questi nuovi gruppi furono all’origine della formazione della plebe che non essendo omogenea con i primi abitanti creavano di conseguenza nuovi problemi di convivenza.
L’archeologia ha rinvenuto numerosi vasi corinzi e attici del tempo che testimoniavano accresciute esigenze di gusto e maggiori disponibilità di mezzi.
Secondo la tradizione il primo re di origine etrusca, Tarquinio Prisco, era originario di Tarquinia, la più importante città etrusca del tempo. Il padre era un greco, fuggiasco da Corinto. Taqruinio Prisco si insediò come re a seguito di una congiura ai danni di Anco Marzio. Questo quadro è assolutamente plausibile: infatti anche Anco Marzio e Tulio Ostilio non erano originari di Roma e la presenza della nobiltà etrusca a Roma testimonia il desiderio di questo popolo di controllare un importante centro di traffici. Le origini greche del padre vanno viste in relazione con le numerose connessioni con il mondo ellenico rivelateci dai ritrovamenti archeologici.
Tarquinio Prisco fu ucciso dai figli di Anco Marzio e gli subentrò al trono Servio Tullio, La tradizione romana ci presenta questo re come figlio di una serva. Secondo la tradizione etrusca ( ripresa dall’imperatore Claudio in un suo discorso tenuto in Senato) questi aveva il nome di Mastarna, un etrusco di Vulsci che, amico dei fratelli Celio e Aulio Vibenna, cacciato dal’Etruria si insediò nel colle del Celio per poi divenire re di Roma. Masterna potrebbe essere una versione del termine romano “magister”. E allora è ipotizzabile che Mastarna-Servio Tullio sia stato un comandante militare agli ordini dei fratelli Vibenna e che a seguito di una serie di vicende che non possono essere ricostruite sia riuscito a conquistare il trono di Roma. E a questa iniziale subordinazione ai Vibenna sarebbe imputabile anche la sua origine servile.
Servio Tullio fu ucciso secondo la tradizione da Lucio Tarquinio, che aveva sposato la figlia Tullia. Divenuto re, Tarquinio il Superbo fu destituito dai una congiura delle famiglie più importanti della città. Successivamente Roma venne espugnata dal re di Chiusi Porsenna che impose un trattato che consentiva l’uso del ferro solo per attrezzature agricole, di fatto imponendo il disarmo della città, ma che si dovette ritirare a seguito di una sconfitta imposta da un esercito di forze collegate latine.
Da un analisi comparata delle fonti della tradizione con quelle archeologici emergono dunque questi dati storici: l’accertata reale esistenza degli ultimi tre re di Roma, il loro insediamento sul trono in forma violenta e il rapido sviluppo della città come uno dei più importanti centri abitati della penisola.
domenica 15 novembre 2009

Ravenna e Costantinopoli: un duraturo legame artistico e culturale

La civiltà artistica di Costantinopoli influenzò Ravenna ancor prima della realizzazione del sogno imperiale di Giustianiano con la campagna militare che porto la penisola italiana a far parte dell'impero bizantino. Essa si tramutò da piccola città di provincia in centro di prima importanza politica e religiosa per l'Occidente già quando Onorio VI trasferì la capitale dell’impero. Dunque è dal V secolo che comincia lo sviluppo artistico artistica di Ravenna, che si protrarrà prima con il dominio ostrogoto, e poi con la conquista bizantina operata con la guida del generale Belisario. Da quel momento si rafforza l’influsso della cultura di Bisanzio, reso visibile nell’impianto centralizzato di San Vitale, nello straordinario cromatismo a dei mosaici e nel contenuto simbolico delle raffigurazioni. I rapporti tra i due centri divennero così forti che in più occasioni marmi, materiali scolpiti, cartoni e maestranze specializzate vennero importate da Costantinopoli a Ravenna.