domenica 21 marzo 2010

L'editto di Rotari, primo codice scritto di leggi dei Longobardi

Nel 643, a Pavia venne promulgato dal re Rotari (636-654) il primo codice di leggi scritte dei Longobardi: per la prima volta si affermava il il potere legiferante di un sovrano longobardo. Il codice venne scritto in lingua latina, retaggio della tradizione giuridica romana; tuttavia il contenuto era assolutamente estraneo al diritto romano trattandosi di norme tribali a cui erano state aggiunte nuove norme più recenti; ad esse rimanevano sottoposti solo i Longobardi, mentre tra i Romani rimaneva vigente il loro diritto. Il testo,a noi noto come "Editto di Rotari", è composto di 388 articoli di leggi. Rotari ammise di averlo messo insieme "con grande fatica e lunghissime veglie…, cercando e ricordando le antiche leggi dei nostri padri che non erano state scritte", ricorrendo spesso alla memoria degli anziani, custodi di norme che venivano trasmesse di generazione in generazione per via orale. Qualche decennio più tardi Il prologo dell'Editto venne integrato con l'antica storia della migrazione del popolo longobardo (Origo gentis langobardorum), un testo che, verrà utilizzato come fonte negli ultimi anni dell’VIII secolo da Paolo Diacono (720 ca.-799) per la sua Storia dei Longobardi (Historia langobardorum).
venerdì 19 marzo 2010

Dal Lago Regillo al Foedus Cassianum: Romani e Latini nella prima età repubblicana

Allontanatasi la minaccia dell'etrusco Porsenna, i Romani nel frattempo si erano dati un nuovo ordinamento trasferendo il potere supremo dal re a due pretori, probabilmente i comandanti dei due reggimenti costituenti l’esercito politico, ma lasciando al re l’adempimento delle funzioni sacrali. Roma riprese ad assumere una posizione di preminenza nel Lazio e siglò un trattato con Cartagine in base al quale si vedeva riconosciuto il controllo del litorale laziale in cambio dell’accettazione della supremazia cartaginese sulle rotte marittime. Ma le forze latine ,che avevano sperimentato ad Aricia cosa potevano fare unendo le loro forze, assunsero un atteggiamento ostile ai Romani. Da qui lo scontro militare che si ebbe nel 496 al lago Regillo: la tradizione assegna la vittoria ai Romani, e la notizia del successo venne portata a Roma dai Dioscuri, i due fratelli figli di Giove e Leda.
In realtà sembra che al Lago Regilio non ci furono ne vinti ne vincitori visto che solo tre anni dopo Romani e latin i strinsero tra loro un alleanza.
Il motivo di tale accordo è da ricercarsi nel prorompere di un nemico comune: le bande di Equi e Volsci che cominciavano a premere sul confine laziale. Il patto stipulato venne tramandato con il nome di Foedus Cassianum dal nome di Spurio Cassio, uno dei due pretori- consoli che promosse l’accordo. L’alleanza con i Latini durerà per un secolo un mezzo: in questo frangente i Romani avranno modo di addestrarsi ulteriormente nell’arte di governo e in quella militare, premessa al successivo dominio che riusciranno a imporre sull’intera penisola.
giovedì 18 marzo 2010

Dai Winilli ai Longobardi. L'origine del popolo dei "lungabarba"

La leggenda tramandataci dalla tradizione orale sulle origini mitiche dell popolo longobardo narra che, durante la migrazione dalla Scandinavia, i Winnili "tutti nel fiore della gioventù ma pochissimi di numero" uscirono vincitori dallo scontro con i più potenti e numerosi Vandali grazie all'intervento del dio Wotan. Per celare l'inferiorità numerica i Winnili si presentarono in battaglia con le loro donne, le quali avevano "i capelli sciolti intorno al viso così da farli sembrare barbe" di uomini. Il travestimento era stato loro suggerito dalla dea Frea, moglie del dio Wotan che le aveva anche invitate a disporsi in modo che il marito affacciandosi dalla sua finestra che volge ad oriente le potesse vedere. E difatti quando Wotan chiese "Chi sono questi dalle lunghe barbe?" ebbe come risposta da Fea la richiesta di fare vincere quel popolo a cui lui aveva dato il nome. Wotan la esaudì e così con il nuovo nome, nasceva un nuovo popolo.
Paolo Diacono che nell'VIII secolo scrisse la storia del suo popolo ormai convertito al cristianesimo, liquidò tale racconto come una "favola ridicola"; Tuttavia egli precisò: "È certo però che i Longobardi, che prima erano detti Winnili, furono chiamati così in un secondo tempo per la lunghezza della barba mai toccata dal rasoio". Dunque le origini dei Longobardi sono collegate al culto di Wotan-Odino, detto anche "lungabarba", una delle divinità oggetto di maggior venerazione da parte dei popoli germanici delle steppe orientali. la loro etnia si formò probabilmente all'inzio dell'era cristiana nella regione del Basso Reno o della Bassa Elba e che dopo una migrazione di più secoli si spostarono verso est, nell'odierna Austria.. Quando nel 568 il loro capoi Alboino decise di scendere verso l'Italia ad essa si unirono gruppi di Sassoni, Gepidi, Bulgari e Svevi stanziati in quella zona.
mercoledì 17 marzo 2010

Indice: la prima Roma repubblicana

Dal Lago Regillo al Foedus Cassianum: Romani e Latini nella prima età repubblicana
Le Leges Liciniae Sextiae: l'accesso dei plebei al consolato
L'alleanza tra Romani e Latini contro le incursioni di Equi e Volsci ( prima metà del V secolo a.C)
La battaglia del monte Algido ( 431 a.C.) Aulo Postumio Tuberto
I Romani sui Colli Albani. L'ascesa dei plebei con la lex Iulia e la lex Canuleia
A Fidanae primi scontri tra Roma e Veio
Roma conquista Veio ( 396 a.C.)
Marco Furio Camillo, dux fatalis
I Galli di Brenno assediano Roma.Verità storica e leggende delle incursioni nel IV secolo A.c.
Brenno: nome proprio gallico o titolo di comando?
Volsci, Equi, Falisci, Tarquinia si rivoltano a Roma. L'incorporazione di Tuscolo ( prima metà IV secolo a.C.)
Roma e le tensioni con Ernici, Tarquinia e Caere . Le Tabulae Ceritium

L'alleanza di Roma con Sanniti ( 354 a.c) e Cartagine ( 348 a.c.)
La deditio di Capua a Roma e la prima guerra sannitica
Roma sconfigge la Lega Latina (338 a.C) e associa Cuma e Capua
giovedì 11 marzo 2010

INDICE: I Longobardi

Dai Winilli ai Longobardi. L'origine del popolo dei "lungabarba"
L'Italia longobarda e bizantina. Città e campagna: la penisola divisa in due
Contro le razzie dei Longobardi anche l'hospitalitas fu inutile
L'arte longobarda
Il tempietto longobardo di Cividale del Friuli (VIII secolo)
Agilulfo
La lamina di Agilulfo
L'editto di Rotari, primo codice scritto di leggi dei Longobardi
Cani a cavallo: i cinocefali Longobardi
giovedì 4 marzo 2010

La fioritura artistica nella Spagna visigota del VII secolo

Proprio mentre in altre parti d’Europa, e specialmente in Italia, l’arte era in pieno declino, in Spagna durante il regno visigoto si andò registrando una notevole fioritura artistica con la creazione di forme di assoluta bellezza e notevole originalità, dovuta anche al fatto che i Visigoti intensificarono i contatti con l’Africa e ridussero quelli con il mondo latino.
Pregevole fu l’architettura visigota del VII secolo: allora vennero costruite piccole chiese a pianta breve e larga e abside rettangolare, in cui la varietà dei motivi decorativi si univa alla sapienza costruttiva ereditata dai Romani. Toledo divenuta nel 580 capitale del regno, diventa il centro di irradiazione di questa nuova scuola architettonica caratterizzata dalla ricchezza dei fregi scultorei in cui si mischiano elementi differenti: quelli classici e bizantini e le influenze africane, egiziane e siriache. Un elemento di discontinuità con il passato risiede nelle tipologie dei capitelli costruiti in pietra nella Spagna gota che così abbandona il marmo tipico dello stile classico. Una tradizione che nemmeno l’invasione araba riuscirà a fermare, come testimoniato dalle chiese asturiane del del IX e X secolo, costruite secondo i canoni dettati dai visigoti.