sabato 18 agosto 2012

Vassallaggio e beneficio: i due volti della fedeltà feudale nel Medioevo

Investitura del vassallo da parte del Signore feudale
I secoli del Medioevo che si caratterizzano per la formazione della signoria di banno ( il potere giurisdizionale dei grandi signori terrieri), sono quelli in cui si assiste anche allo sviluppo del feudalesimo, o come si chiamano oggi, dei rapporti vassallatico-beneficiari. Questo genere di relazioni nacquero in epoca carolingia quando il legame personale tra sovrano e i propri soldati o funzionari, sancito da un giuramento di fedeltà, si saldò con la concessione di un beneficio o feudo, costituito in genere da un bene fondiario assegnato dal sovrano in godimento vitalizio come corrispettivo del servizio prestato dal vassallo. La cerimonia d'investitura con la quale il vassallo rendeva omaggio al Signore aveva un significato altamente simbolico: il vassallo poneva le mani giunte fra quelle del signore, gesto che evidenziava la protezione richiesta e concessa, e il giuramento veniva rafforzato dallo scambio reciproco del bacio.
Ben presto il vincolo feudale uscì dal rapporto originario tra sovrano e sudditi, e così anche vescovi, abati conti e marchesi cominciarono a creare la propria rete clientelare di fedeli e armati. In una società sempre più caotica in cui la violenza si diffondeva, è sopratutto a partire dal XII secolo che i titolari di signorie per evitare un pericoloso isolamento trovavano più conveniente giurare fedeltà a un signore più potente e in cambio di protezione gli consegnavano la propria signoria, per poi riaverla indietro sotto forma di feudo. Di conseguenza il vassallo vedeva legittimato il proprio potere e veniva difeso dal suo superiore; inoltre pur perdendo giuridicamente la proprietà del suo fondo ne manteneva il possesso giacchè a quel tempo i feudi erano divenuti ereditari.