domenica 26 dicembre 2010

L'Italia longobarda e bizantina. Città e campagna: la penisola divisa in due

Almeno nel primo periodo in cui i Longobardi cercarono di consolidare la loro presenza in Italia essi rimasero lontani dalle città, identificate come i luoghi privilegiati dalla popolazione degli sconfitti. Questa tendenza era favorita dall'organizzazione tribale dei Longobardi, che li aveva accompagnati nella loro ondata migratoria e che li caratterizzò anche nella fase dell'insediamento nei territori occupati. Difatti i clan familiari , denominati fare, guidati dal loro duca, si insediarono in preesistenti villaggi rurali o ne fondarono di nuovi (in cui spesso vi era la presenza del toponimo "Fara"). La separazione tra il mondo rurale controllato dagli invasori Longobardi, e quello cittadino in cui risiedevano le popolazione eredi del vecchio sistema romano impedì qualsiasi interazione tra i due gruppi.
Sul piano della geopolitica peninsulare le cose non andavano meglio. Tra i domini longobardi al Nord ( dal Friuli, al Piemonte per poi comprendere, Emilia, Toscana, Liguria e Corsica) e quelli meridionali del ducato di Benevento e di Spoleto si frapponevano i territori controllati dai bizantini insediati a Ravenna- sede del governatore o esarca - , sul litorale veneto e istriano e nelle cinque città della costa adriatica (Pentapoli): Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia ed Ancona. Un territorio collegato alla Roma dei Papi da un lungo corridoio che passava per Perugia. I Bizantini controllavano anche la Puglia , la Calabria e nel loro complesso rappresentavano per le popolazione indigene un forte punto di riferimento della civiltà romana.
giovedì 16 dicembre 2010

Le Vestali


Le origini delle sacerdotesse consacrate alla Dea romana Vesta è incerta: secondo alcuni esse preesistevano alla fondazione di Roma; per altri furono istituite da Numa Pompilio. Appartenevano al complesso dei pontifici (collegium pontificum), incaricati della gestione del culto pubblico. Non si sa nemmeno se all'inizio fossero in numero di due o di quattro; sicuramente furono sei durante l'epoca storica, e infine dieci. Erano selezionate per sorteggio dal pontefice massimo , che esercitava su di loro la patria potestà tra le fanciulle nobili dai sei ai dieci anni. Restavano al servizio di Vesta per trent'anni, dieci come novizie, dieci come addette al culto , e gli ultimi dieci anni come istruttrici delle novizie. Durante tutta la durata del sacerdozio dovevano rispettare varie prescrizioni rituali e dovevano rimanere vergini. In quest'ultimo caso chi trasgrediva veniva sepolta viva. Al termine del trentennio tornavano a vivere normalmente e si potevano anche sposare
Abitavano assieme in un edificio ( Atrium Vestae; la casa delle Vestali), nel Foro adiacente al tempio della Dea. Il loro compito principale era mantenere acceso il sacro fuoco di Vesta; nel caso lo spegnessero venivano fustigate a sangue dal pontefice massimo in persone. Le Vestali inoltre procedevano in maggio alla prima mietitura rituale del farro in un campo sacro e preparavano la mola salsa, una farina di farro mista a sale , usata per coprire il capo delle vittime sacrificali ( da cui il termine "immolare").
Le Vestali riproducevano ritualmente la funzione della matrone e per questo a Roma riscuotevano i massimi onori pubblici.
Il collegio e il culto di Vesta sopravvissero fino all'imperatore Teodosio.
giovedì 9 dicembre 2010

Santa Maria del Naranco


Posizionato a tre Km da Oviedo, fu edificato nel IX secolo come palazzo non sacro dal re delle Asturie Ramiro, e fu trasformato in Chiesa nell'XI secolo quando venne dedicato alla Madonna. Strutturato su due piani si distingue per la perfezione della struttura muraria e delle sculture decorative.
In ogni piano troviamo un ambiente centrale cui si affiancano due vani laterali, sopra i quali si colloca una volta a botte in tufo. Nelle logge dei lati brevi sono presenti archi con ritmo ternario con al di sopra trifore; la sala centrale è scandita da arcate cieche ; le pareti sono animate cromaticamente dalla decorazione a spirale dei fusti delle colonne; i capitelli corinzi presentano rilievi antropomorfi e zoomorfi con fasce cordonate che ne delimitano i campi.