domenica 31 gennaio 2010

La cacciata di Tarquinio il Superbo da Roma. Porsenna e l'offensiva etrusca

Secondo la tradizione Tarquinio il Superbo fu deposto mentre si trovava fuori Roma ad assediare Ardea: suo figlio Sesto aveva oltraggiato Lucrezia, moglie di Collatino e questi si associò a Giunio Bruto nel vendicare l’affronto deponendo il re assente. Tarquinio si rifugiò a Muscolo dove risiedeva la figlia che aveva sposato un uomo del luogo. Intanto il re di Chiusi Porsenna cinse d’assedio Roma per riportare sul trono Tarquinio ma fu commosso dagli atti di eroismo di alcuni abitanti ( Clelia , ostaggio di Porsenna che attraversò il fiume a nuoto per rientrare in città; Orazio Coclite che da solo tiene testa agli assalitori per il tempo necessario alla distruzione del ponte Sublicio; Muzio Scevola che si lascia bruciare la mano responsabile di aver ucciso un altro uomo al posto di Porsenna, che rappresentava il vero bersaglio della sua azione) decise di concedere ai Romani una pace onorevole. Anche suo figlio Arunte decise di muovere guerra a Roma ma fu sconfitto ad Aricia sui colli Albani, da un insieme di forze latine coalizzatesi con il tiranno di Cuma, Aristodemo. Dopo questo rovescio gli Etruschi abbandoneranno ogni volontà di dominio diretto su Roma.
domenica 3 gennaio 2010

Le Leges Liciniae Sextiae: l'accesso dei plebei al consolato

Le leges Liciniae Sextiae (Leges), furono presentate nel 376 a.C dai tribuni della plebe Licinio Stolone e Sestio Laterano. Esse prevedevano 1) di limitare il possesso dell'ager publicus, il terreno di proprietà dello Stato per lo più acquisito dopo campagne militari, a 500 iugeri a testa e con esso il numero di capi di bestiame che potevano pascolarvi;2) che dalle somme date in prestito venissero sottratti gli interessi già pagati e che il resto venisse reso in tre anni; 3) che i plebei avessero accesso a tutte le magistrature e , in particolare l’obbligo che almeno uno dei due consoli fosse plebeo. Ovviamente tali disposizioni incontrarono l’opposizione dei patrizi che cercarono con l’ostruzionismo di bloccarne l’approvazione. Di contro Licinio Stolone e Sestio Laterano, che venivano ogni anno confermati al tribunato, intrapresero una battaglia decennale nei confronti dei patrizi, utilizzarono le stesse armi dei loro avversari e tramite il diritto di intercessione, cioè il potere di veto che spettava loro contro gli atti dei magistrati, impedivano lo svolgimento delle assemblee del Senato e la stessa elezione delle magistrature. Era chiaro che se non si fosse giunti ad accogliere le richieste della plebe la situazione di stallo istituzionale si sarebbe protratta potenzialmente all’infinito. Da qui il raggiungimento del compromesso e l’approvazione delle leggi Licinie Sestie nel 367 a.C e la fine dell’ostruzionismo dei tribuni della plebe.