sabato 24 aprile 2010

A Fidenae primi scontri tra Roma e Veio

La presenza dei Romani sui colli Albani e il controllo su entrambi i lati della via Latina ostacolavano i piani commerciali degli Etruschi, di Veio in particolare che dovette optare per l’utilizzo di una strada più ad Est che attraversava il Tevere a Fidenae. Da qui la strada proseguiva sulla valle del Trerus, quindi sulla valle del Liri per poi giungere in Campania. Fidenae era dunque un luogo cruciale per i commerci etrusco-campani. Da qui la lunga contesa per il suo controllo tra Veio e Roma conclusa a favore di quest’ultima nel 426 A.C con la contestuale uccisione del re di Veio, Larte Tolumnio da parte di A. Cornelio Crasso che ne consacrò le spoglie opime al tempio di Giove Feretrio. Con la conquista di Fidenae, resa possibile dalla precedente pacificazione del Lazio Centrale ( e culminata nella vittoria del Monte Algido), e la presenza sulla via latina Roma aveva il controllo dei traffici commerciali verso la Campania. A rendere più solida questa posizione un antico foedus con Lavinio che impediva colpi di mano dei Volsci da sud-ovest, nella Pianura Pontina. Roma aveva inoltre rafforzato la sua testa di ponte sul Tevere, verso l’area del Gianicolo, riuscendo però a mantenere buoni rapporti con Caere, l’altra fiorente città dell’Etruria meridionale. L’amicizia con Roma nasceva dalla rivalità commerciale di Caere con Veio.
Alla fine del V sec. Si erano crete le condizioni per il predominio di Roma sul Lazio, una preminenza che si stava affermando già in età regia ma che aveva avuto una battuta d’arresto in virtù dei contrasti sociali interni tra patrizi e plebei.
In questo periodo Roma riprende a svilupparsi anche sul piano economico: ciò è dimostrato dal fatto che i questori, incaricati già in età regia dell’amministrazione finanziaria e delle istruttorie giudiziarie, vennero portati da due a quattro nel 421 a.C, diventando anche i custodi del tesoro pubblico conservato nel tempio di Saturnio e ricavato dall’incasso delle multe calcolato probabilmente in proporzione al reddito di ognuno, e non più con lo stesso importo per tutti.
Proseguì anche lo sviluppo sociale: a testimoniarlo l’accesso alla carica di questore per i plebei nel 409 a.c e la loro aumentata presenza tra i tribuni militari. Questi ultimi vennero portati nel 405 A.C da quattro a sei a indicare un incremento delle fila dell’esercito e contestualmente un aumento della popolazione.

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