domenica 3 gennaio 2010

Le Leges Liciniae Sextiae: l'accesso dei plebei al consolato

Le leges Liciniae Sextiae (Leges), furono presentate nel 376 a.C dai tribuni della plebe Licinio Stolone e Sestio Laterano. Esse prevedevano 1) di limitare il possesso dell'ager publicus, il terreno di proprietà dello Stato per lo più acquisito dopo campagne militari, a 500 iugeri a testa e con esso il numero di capi di bestiame che potevano pascolarvi;2) che dalle somme date in prestito venissero sottratti gli interessi già pagati e che il resto venisse reso in tre anni; 3) che i plebei avessero accesso a tutte le magistrature e , in particolare l’obbligo che almeno uno dei due consoli fosse plebeo. Ovviamente tali disposizioni incontrarono l’opposizione dei patrizi che cercarono con l’ostruzionismo di bloccarne l’approvazione. Di contro Licinio Stolone e Sestio Laterano, che venivano ogni anno confermati al tribunato, intrapresero una battaglia decennale nei confronti dei patrizi, utilizzarono le stesse armi dei loro avversari e tramite il diritto di intercessione, cioè il potere di veto che spettava loro contro gli atti dei magistrati, impedivano lo svolgimento delle assemblee del Senato e la stessa elezione delle magistrature. Era chiaro che se non si fosse giunti ad accogliere le richieste della plebe la situazione di stallo istituzionale si sarebbe protratta potenzialmente all’infinito. Da qui il raggiungimento del compromesso e l’approvazione delle leggi Licinie Sestie nel 367 a.C e la fine dell’ostruzionismo dei tribuni della plebe.

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