40000 anni fà la specie umana era a rischio estinzione a causa delle a ride condizioni climatiche cui furono interessati i nostri più antichi antenati dell'Africa meridionale e orientale, che costrinse la società primitiva a cercare nuove aree per la loro sopravvivenza. . E' quanto risulta da una ricerca genetica condotta da un'equipe di scienziati internazionali e pubblicata sulla rivista scientifica American Journal of Human Genetics. Una teoria che viene ritenuta molto attendibile all'interno della comunità scientifica perchè basata sul fatto ormai ritenuto certo che in quel periodo le comunità umane si erano ridotte a poche centinaia di individui, un numero la cui esiguità giustifica tale rischio.
leggi l'articolo ( Repubblica.it)
domenica 27 aprile 2008
martedì 22 aprile 2008
Per Erodoto le guerre persiane furono scontro di civiltà
L’aggressione persiana alla Grecia è un sogno di conquista o un tentativo di intimidire i greci in modo da riaffermare l'autorità dell'impero achemenide? Erodoto non ha dubbi: i re persiani hanno mire di dominio sulla Grecia e quindi si tratta del pirmo vero scontro di civiltà che oppone da un lato la signoria assoluta persiana dall'altra la volontà di mantenere la propria libertà dei Greci. In realtà la regione è più pratica l’impero persiano, benché multietnico e abbastanza tollerante nei confronti delle diversità culturali e religiose, non può permettersi vicini audacie intraprendenti come le poleis greche, soprattutto da quando queste, Atene in testa, mirano al controllo dell’Egeo e sfruttano le teste di ponte rappresentate dalle proprie colonie asiatiche per creare tensionia all'interno dello stesso impero persiano.
P.S: su erodoto ho trovato questo lsito fatto molto bene e ve lo voglio segnalare.
P.S: su erodoto ho trovato questo lsito fatto molto bene e ve lo voglio segnalare.
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domenica 20 aprile 2008
I mancati processi ai criminali di guerra nazisti
Dopo la nascita del governo Adenauer in Germania per venire incontro alle esigenze internazionali di reintegrare la Germania occidentale nel quadro delle potenze del blocco anticomuniste. E così anche l'Italia tende dopo il settembre del 1949 tende ad allentare la morsa nel perseguire i crimini tedeschi. Una vicenda che richiama direttamente a stragi nascoste come quella di Sant'Anna di Stazzema e dell'armadio della vergogna scoperto nel 1994 di ci ci parla Filippo Focardi in questo articolo:
http://www.storicamente.org/focardi_shoa.htm
http://www.storicamente.org/focardi_shoa.htm
sabato 19 aprile 2008
La storia manipolata secondo Giordano Bruno Guerri
Pongo alla vostra attenzione questo interessante articolo di Giordano Bruno Guerri sulle manipolazioni della storia nei manuali scolastici, Un'argomento troppo sottovalutato e la cui rilevanza emerge dal fatto che per molti studenti il manuale rimarrà l'unico o uno di pochi libri di storia che consulteranno e comunque un punto di riferimento per riprendere anche da adulti l'approccio alle questioni storiche.
http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=253375
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Il database con 17 milioni di vittime del nazismo
Lo United States Holocaust Memorial Museum è riuscito a compilare un database digitale contenente i nomi di ben 17,5 milioni di persone vittime del Nazismo.
L’archivio non è liberamente consultabile online, ma occorre prima compilare un formulario nel quale si devo dare fornire le proprie generalità e spiegare i motivi della ricerca. Priorità assoluta è ovviamente data ai parenti delle vittime dell'olocausto che volessero ricavare dagli archivi preziose notizie sulla sorte dei loro cari.
L’archivio non è liberamente consultabile online, ma occorre prima compilare un formulario nel quale si devo dare fornire le proprie generalità e spiegare i motivi della ricerca. Priorità assoluta è ovviamente data ai parenti delle vittime dell'olocausto che volessero ricavare dagli archivi preziose notizie sulla sorte dei loro cari.
venerdì 18 aprile 2008
RICOSTRUITA LA VOCE DEL NEANDERTHAL
l'antropologo Robert McCarthy, professore universitario in Florida, ha ricostruito il funzionamento della laringe e messo a punto il suono della voce dell'uomo di Neanderthal
"Il linguaggio dei Neanderthal secondo le nostre ricostruzioni - ha spiegato Robert McCarthy - mancherebbe del suono delle vocali estreme, /a, i, u/, vocali che invece contraddistinguono il parlare contemporaneo. Le vocali estreme sono le basi del linguaggio, facile capire quindi che ascoltare un uomo di Neanderthal oggi potrebbe apparire lievemente differente dalla nostra maniera di riprodurre suoni".
LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SU REPUBBLICA.IT
ASCOLTA L'AUDIO
"Il linguaggio dei Neanderthal secondo le nostre ricostruzioni - ha spiegato Robert McCarthy - mancherebbe del suono delle vocali estreme, /a, i, u/, vocali che invece contraddistinguono il parlare contemporaneo. Le vocali estreme sono le basi del linguaggio, facile capire quindi che ascoltare un uomo di Neanderthal oggi potrebbe apparire lievemente differente dalla nostra maniera di riprodurre suoni".
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giovedì 13 marzo 2008
12 marzo 1938: L'anschluss . L'annessione dell'Austria al Terzo Reich
Il 1938 lo ricorderemo sempre con una punta di rabbia, con il rimpianto delle occasioni perdute. é l'anno di Monaco, della grande rassegnazione pudicamente battezzata «appeasement», delle concessioni a Hitler nell'illusione di appagarlo, dell'aggressività tedesca, dell'acquiescenza italiana, della passività britannica.
Si muove la Wehrmacht
Sotto un cielo immacolato, sereno, di un colore pasquale, la Germania inghiotte l'Austria. Il 12 marzo la Wehrmacht attraversa la frontiera, il 13 l'annessione diventa effettiva e la svastica sventola su Vienna. Hitler cancella una nazione e porta i confini della Grande Germania al Brennero. Invano il Governo austriaco ha cercato l'appoggio del duce: Mussolini non è più l'uomo del '34, che aveva garantito l'indipendenza austriaca, e soprattutto Hitler non è più quello di allora. L'Austria è rimasta sola e sarà ridotta a una provincia tedesca, con il nazista Arthur Seyss-Inquart come governatore.
La guerra dei fiori
L'austriaco di Braunau, il 13, torna nel suo Paese da padrone, fra incredibili manifestazioni di gioia. I gerarchi nazisti, stupiti, chiamano l'annessione la "guerra dei fiori". L'esercito austriaco non oppone resistenza e trecentomila viennesi inneggiano al Fuehrer, il 15, nella grande parata sul Ring, fra bandiere, musiche, canti e lanci di fiori. «Non sono venuto come un tiranno - urla Hitler nella Piazza degli Eroi - ma come un liberatore». La gente, elettrizzata, è con lui: non percepisce che quell'uomo è pericoloso e che, di azzardo in azzardo, porterà il Reich alla disfatta.
Arresti e fughe
La Germania incorpora senza colpo ferire sette milioni di uomini, l'Austria diventa la Marca orientale e sul tavolo della Storia nulla per Hitler è più vietato. L'intellighenzia viennese, cui tanto deve la cultura contemporanea, è colpita duramente. Settantamila persone sono arrestate in pochi giorni e fra gli ebrei austriaci serpeggia, nascosto e tragico, il brivido del suicidio. La diaspora si sparge nel mondo, subito, prima che sia troppo tardi. Il Paese spalanca le porte al Fuehrer ma le sue teste migliori se ne vanno: Sigmund Freud, Karl Popper, Arnold Schoenberg, Fritz Lang, Otto Preminger.
La politica «del carciofo»
L'Austria muore e Hitler tira diritto. Avanzerà senza pudore, strappando a una a una come a un carciofo le foglie dell'Europa. «I nostri avversari - dice - non chiedono che di coltivare i loro fiori, pescare con la lenza e passare le serate accanto al fuoco. Loro riflettono, noi agiamo». Dopo l'Austria, toccherà alla Cecoslovacchia. Nell'estate del '39 la parola Danzica rimbalzerà di bocca in bocca. E Hitler, invadendo la Polonia, innescherà la miccia che farà bruciare il mondo.
di Marco Innocenti
Si muove la Wehrmacht
Sotto un cielo immacolato, sereno, di un colore pasquale, la Germania inghiotte l'Austria. Il 12 marzo la Wehrmacht attraversa la frontiera, il 13 l'annessione diventa effettiva e la svastica sventola su Vienna. Hitler cancella una nazione e porta i confini della Grande Germania al Brennero. Invano il Governo austriaco ha cercato l'appoggio del duce: Mussolini non è più l'uomo del '34, che aveva garantito l'indipendenza austriaca, e soprattutto Hitler non è più quello di allora. L'Austria è rimasta sola e sarà ridotta a una provincia tedesca, con il nazista Arthur Seyss-Inquart come governatore.
La guerra dei fiori
L'austriaco di Braunau, il 13, torna nel suo Paese da padrone, fra incredibili manifestazioni di gioia. I gerarchi nazisti, stupiti, chiamano l'annessione la "guerra dei fiori". L'esercito austriaco non oppone resistenza e trecentomila viennesi inneggiano al Fuehrer, il 15, nella grande parata sul Ring, fra bandiere, musiche, canti e lanci di fiori. «Non sono venuto come un tiranno - urla Hitler nella Piazza degli Eroi - ma come un liberatore». La gente, elettrizzata, è con lui: non percepisce che quell'uomo è pericoloso e che, di azzardo in azzardo, porterà il Reich alla disfatta.
Arresti e fughe
La Germania incorpora senza colpo ferire sette milioni di uomini, l'Austria diventa la Marca orientale e sul tavolo della Storia nulla per Hitler è più vietato. L'intellighenzia viennese, cui tanto deve la cultura contemporanea, è colpita duramente. Settantamila persone sono arrestate in pochi giorni e fra gli ebrei austriaci serpeggia, nascosto e tragico, il brivido del suicidio. La diaspora si sparge nel mondo, subito, prima che sia troppo tardi. Il Paese spalanca le porte al Fuehrer ma le sue teste migliori se ne vanno: Sigmund Freud, Karl Popper, Arnold Schoenberg, Fritz Lang, Otto Preminger.
La politica «del carciofo»
L'Austria muore e Hitler tira diritto. Avanzerà senza pudore, strappando a una a una come a un carciofo le foglie dell'Europa. «I nostri avversari - dice - non chiedono che di coltivare i loro fiori, pescare con la lenza e passare le serate accanto al fuoco. Loro riflettono, noi agiamo». Dopo l'Austria, toccherà alla Cecoslovacchia. Nell'estate del '39 la parola Danzica rimbalzerà di bocca in bocca. E Hitler, invadendo la Polonia, innescherà la miccia che farà bruciare il mondo.
di Marco Innocenti
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sabato 6 ottobre 2007
I soldati ebrei di Hitler
Il giovane storico ebreo Bryan Mark Rigg dopo approfondite ricerche negli archivi e sulle fonti secondarie ha scritto un libro su un capitolo sconcertante ed ancora oscuro della storia del Terzo reich: 'I soldati ebrei di Hitler'' (Ed. Newton Compton')
In nessun settore il processo di pulizia etnica era piu' confuso e contraddittorio che all'interno dell'esercito. Dopo le leggi razziali, infatti, un numero molto alto di militari fu classificato dai nazisti come ''parzialmente ebreo'' (Mischlinge). Rigg servendosi anche di testimoniaznze ed intervistr dei familiari di questi "Mischlinge" dimostra che si tratto' di oltre 150.000 uomini, tra cui veterani decorati e alti ufficiali, come generali e ammiragli. Questi soldati, come il libro documenta per la prima volta, non si consideravano ebrei e avevano scelto la carriera militare con devozione e patriottismo per servire la rinata nazione tedesca.
In cambio, erano stati completamente integrati nelle forze armate, che, prima delle leggi razziali, non avevano dato alcun peso alla loro origine, ma che adesso si vedevano costrette ad esaminare la discendenza dei loro uomini. Ma la rimozione dei Mischlinge si rivelo' quanto mai difficile e fu concesso un gran numero di ''esenzioni'' per permettere ai militari di restare al loro posto o per salvare la vita ai genitori o alle mogli. Molte di queste esenzioni furono firmate personalmente da Hitler. Col proseguire della guerra pero', la politica nazista ebbe la meglio sulla logica militare e, nonostante il crescente bisogno di uomini da parte della Wehrmacht, divenne quasi impossibile per questi soldati scampare al destino di milioni di altre vittime del Terzo Reich.
In nessun settore il processo di pulizia etnica era piu' confuso e contraddittorio che all'interno dell'esercito. Dopo le leggi razziali, infatti, un numero molto alto di militari fu classificato dai nazisti come ''parzialmente ebreo'' (Mischlinge). Rigg servendosi anche di testimoniaznze ed intervistr dei familiari di questi "Mischlinge" dimostra che si tratto' di oltre 150.000 uomini, tra cui veterani decorati e alti ufficiali, come generali e ammiragli. Questi soldati, come il libro documenta per la prima volta, non si consideravano ebrei e avevano scelto la carriera militare con devozione e patriottismo per servire la rinata nazione tedesca.
In cambio, erano stati completamente integrati nelle forze armate, che, prima delle leggi razziali, non avevano dato alcun peso alla loro origine, ma che adesso si vedevano costrette ad esaminare la discendenza dei loro uomini. Ma la rimozione dei Mischlinge si rivelo' quanto mai difficile e fu concesso un gran numero di ''esenzioni'' per permettere ai militari di restare al loro posto o per salvare la vita ai genitori o alle mogli. Molte di queste esenzioni furono firmate personalmente da Hitler. Col proseguire della guerra pero', la politica nazista ebbe la meglio sulla logica militare e, nonostante il crescente bisogno di uomini da parte della Wehrmacht, divenne quasi impossibile per questi soldati scampare al destino di milioni di altre vittime del Terzo Reich.
domenica 23 settembre 2007
le bugie (presunte) di Montanelli
Secondo Renata Broggini, ricercatrice svizzera autrice di "Passaggio in Svizzera. L’anno nascosto di Indro Montanelli” il celebre giornalista di Fucecchio non fù condannato a morte a san Vittore dalle SS per attività antifascista, ( non vi è traccia” della condanna, scrive la Broggini) né tantomeno dopo l’8 settembre, fu “organizzatore della stampa clandestina partigiana” per conto del Comitato di Liberazione Nazionale. Cosi come risulterebbe falso il suo racconto della strage di Piazzale Loreto, il reportage sull’accanimento della folla sui corpi del Duce e di Claretta Petacci. Stando alla ricostruzione del libro, Montanelli era rifugiato in Svizzera ( lasciando anche in mano ai tedeschi come ostaggio la moglie Margarethe de Colins de Tarsiennee ?), come testimonierebbero gli archivi elevetici , passò il confine il 22 maggio 1945. Quasi tre settimane dopo la fucilazione di Mussolini e della sua amante, avvenuta il 27 aprile. Accuse gravi a cui purtroppo Montanelli non è in grado di replicare.
fonte
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Invocazione a Maometto in antica abbazia
Un’invocazione a Maometto incisa sulla facciata dell’antica abbazia di Santa Maria di Vezzolano ad Albugnano, paese in provincia di Asti: e’ la scoperta di un’archeologa iraniana che ha finalmente decrittato una scritta per anni rimasta misteriosa. L’incisione si trova su una formella di ceramica posta sulla bifora della chiesa e, si scopre ora, e’ la ripetizione della formula ‘Allah Mohammad’ (Allah Maometto), scritta in caratteri cufici. Resta ancora il mistero di come la formella sia arrivata secoli fa all’abbazia astigiana, chiesa che secondo una leggenda sarebbe stata fondata da Carlo Magno. Possibile che la ciotola sia stata portata ad Albugnano da un crociato come ex voto, oppure potrebbe essere arrivata attraverso i commerci degli arabi che popolavano la Sicilia nel nono secolo.
fonte: AGI
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L'asta sui diari di Mussolini
È una vera e propria asta milionaria, quella che si sta scatenando intorno ai presunti diari di Benito Mussolini, riapparsi l'inverno scorso dopo oltre mezzo secolo di oblio. A svelare la caccia planetaria ai documenti, forse vergati dal Duce - agende di cui peraltro non è ancora accertata l'originalità - è stata la Televisione Svizzera Italiana, lo scorso 20 settembre, durante la trasmissione Il Quotidiano. L'emittente ticinese, dopo anni di chiacchiere, polemiche e illazioni, ha mostrato per la prima volta al pubblico i cinque diari, rivelandone parte del contenuto e alcuni suggestivi retroscena.
Non è stato svelato, invece, il nome del proprietario dei documenti. Il legale del possessore delle agende, Massimiliano Schiavi, un avvocato ticinese, si è limitato a fornire soltanto alcuni particolari. «Posso dire che il proprietario non è il figlio del partigiano Renzo Bianchi - ha detto l'avvocato Schiavi ai microfoni della Tsi - ma un imprenditore italiano della zona di confine, non necessariamente domiciliato in Italia e in possesso dei diari da molti anni».
Elementi nuovi, dunque, ma al contempo molto generici, visto che, oltre alla province di Como e Varese, confina con la Svizzera anche uno spicchio di Piemonte. Qualche indicazione in più è giunta sull'ipotetico valore dei cinque diari, quantificato dai giornalisti della Tsi in «vari milioni di franchi». Una cifra altissima, che comunque non ha fermato i possibili acquirenti, visto che il legale del proprietario ha parlato di «almeno due offerte serie, oltre a moltissime altre da parte di case editrici e collezionisti di tutto il mondo, ma specialmente inglesi».
Come detto, nemmeno il nodo sull'effettiva attribuibilità a Benito Mussolini delle cinque agende è stato sciolto. Sono però state citate le risultanze dell'ultima perizia calligrafica compiuta sulle pagine, che confermerebbe la scrittura di un'unica mano dei diari, l'assenza della cosiddetta scrittura simulata, ossia l'imitazione di una calligrafia altrui da parte dell'estensore, e la piena compatibilità della carta e dell'inchiostro impiegati nel periodo narrato nelle agende, vale a dire dal 1° gennaio 1935 al 16 ottobre 1939.
Numerose, però, anche le incongruenze riscontrate. Tra le più clamorose, alcune discrepanze temporali molto sospette, la forte similitudine di alcuni passaggi con articoli di giornale apparsi sui quotidiani dell'epoca, e persino un errore nella data di nascita dello stesso Benito Mussolini. Tra le ipotesi a sostegno della reale scrittura dei diari da parte del Duce, invece, è stata citata l'autenticità postuma dei documenti, ossia la loro redazione (per mano del capo del fascismo) in un momento in realtà successivo alle date riportate sulle pagine. Per quanto riguarda l'aspetto delle agende, la conservazione è apparsa notevole, sebbene a tutte e cinque manchino le copertine originali. Nel dettaglio, poi, i diari degli anni 1935 e 1937 presentano alcune pagine bianche prima dei capitoli, mentre quella relativa al 1939 è preceduta da undici fogli scritti non rilegati.
Riguardo al contenuto, non vi sarebbero novità esplosive, ma soprattutto descrizioni della vita pubblica e privata dal capo del fascismo con tanto di resoconti di incontri ufficiali, colloqui e ampi capitoli dedicati alla guerra d'Africa, ai rapporti con Adolf Hitler e con il re. Ciò che emerge dagli estratti è comunque un Mussolini affatto convinto sia della prospettiva di entrare in guerra, sia della stessa alleanza con i nazisti. Nella pagina del 1° gennaio 1935, si legge: «Le gioie saranno poche, le ansie molte, ma il coraggio di andare avanti non cadrà mai».
«Io temo che la pace, questo simbolo euforico e inverosimilmente sfuggente, si stia allontanando pian piano da noi per prendere il volo e disperdersi nell'infinito. E io voglio, ho bisogno della pace, ma penso non ci sarà. Nessuno mi aiuta, nessuno. La Francia e l'Inghilterra fanno finta di non vedere e non sentire, la Germania non si ferma e non si fermerà. Stupirà tutti per quanto saprà fare».
Nell'ultima pagina, il 16 dicembre 1939, si legge: «Abbiamo saputo dell'attacco alla Polonia quando le forze tedesche erano già scese in campo. Non siamo amici dei tedeschi, ma non possiamo e non vogliamo esserlo nemmeno degli altri. Il nostro destino è già segnato, voglia il cielo che sia stata scelta la strada giusta».
Non è stato svelato, invece, il nome del proprietario dei documenti. Il legale del possessore delle agende, Massimiliano Schiavi, un avvocato ticinese, si è limitato a fornire soltanto alcuni particolari. «Posso dire che il proprietario non è il figlio del partigiano Renzo Bianchi - ha detto l'avvocato Schiavi ai microfoni della Tsi - ma un imprenditore italiano della zona di confine, non necessariamente domiciliato in Italia e in possesso dei diari da molti anni».
Elementi nuovi, dunque, ma al contempo molto generici, visto che, oltre alla province di Como e Varese, confina con la Svizzera anche uno spicchio di Piemonte. Qualche indicazione in più è giunta sull'ipotetico valore dei cinque diari, quantificato dai giornalisti della Tsi in «vari milioni di franchi». Una cifra altissima, che comunque non ha fermato i possibili acquirenti, visto che il legale del proprietario ha parlato di «almeno due offerte serie, oltre a moltissime altre da parte di case editrici e collezionisti di tutto il mondo, ma specialmente inglesi».
Come detto, nemmeno il nodo sull'effettiva attribuibilità a Benito Mussolini delle cinque agende è stato sciolto. Sono però state citate le risultanze dell'ultima perizia calligrafica compiuta sulle pagine, che confermerebbe la scrittura di un'unica mano dei diari, l'assenza della cosiddetta scrittura simulata, ossia l'imitazione di una calligrafia altrui da parte dell'estensore, e la piena compatibilità della carta e dell'inchiostro impiegati nel periodo narrato nelle agende, vale a dire dal 1° gennaio 1935 al 16 ottobre 1939.
Numerose, però, anche le incongruenze riscontrate. Tra le più clamorose, alcune discrepanze temporali molto sospette, la forte similitudine di alcuni passaggi con articoli di giornale apparsi sui quotidiani dell'epoca, e persino un errore nella data di nascita dello stesso Benito Mussolini. Tra le ipotesi a sostegno della reale scrittura dei diari da parte del Duce, invece, è stata citata l'autenticità postuma dei documenti, ossia la loro redazione (per mano del capo del fascismo) in un momento in realtà successivo alle date riportate sulle pagine. Per quanto riguarda l'aspetto delle agende, la conservazione è apparsa notevole, sebbene a tutte e cinque manchino le copertine originali. Nel dettaglio, poi, i diari degli anni 1935 e 1937 presentano alcune pagine bianche prima dei capitoli, mentre quella relativa al 1939 è preceduta da undici fogli scritti non rilegati.
Riguardo al contenuto, non vi sarebbero novità esplosive, ma soprattutto descrizioni della vita pubblica e privata dal capo del fascismo con tanto di resoconti di incontri ufficiali, colloqui e ampi capitoli dedicati alla guerra d'Africa, ai rapporti con Adolf Hitler e con il re. Ciò che emerge dagli estratti è comunque un Mussolini affatto convinto sia della prospettiva di entrare in guerra, sia della stessa alleanza con i nazisti. Nella pagina del 1° gennaio 1935, si legge: «Le gioie saranno poche, le ansie molte, ma il coraggio di andare avanti non cadrà mai».
«Io temo che la pace, questo simbolo euforico e inverosimilmente sfuggente, si stia allontanando pian piano da noi per prendere il volo e disperdersi nell'infinito. E io voglio, ho bisogno della pace, ma penso non ci sarà. Nessuno mi aiuta, nessuno. La Francia e l'Inghilterra fanno finta di non vedere e non sentire, la Germania non si ferma e non si fermerà. Stupirà tutti per quanto saprà fare».
Nell'ultima pagina, il 16 dicembre 1939, si legge: «Abbiamo saputo dell'attacco alla Polonia quando le forze tedesche erano già scese in campo. Non siamo amici dei tedeschi, ma non possiamo e non vogliamo esserlo nemmeno degli altri. Il nostro destino è già segnato, voglia il cielo che sia stata scelta la strada giusta».
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venerdì 21 settembre 2007
IL DOPING NELL'ANTICHITà: I SEMI DI SESAMO
I semi di sesamo, potrebbero essere il primo doping della storia, anche se attualmente nessun elenco di sostanze proibite li contempla. Di sicuro c’è il fatto che il solo possedere un sacchetto di semi di sesamo da parte di un atleta partecipante alle Olimpiadi, poteva significare l’esclusione dai Giochi, ma anche tutta una serie di sanzioni, che poteva addirittura sfociare nella condanna a morte dello stesso atleta, pena ben severa se rapportata a quelle attuali, specie in alcuni sport.
La strategia alimentare era già in voga e l’incremento dietetico di proteine già rientrava ad esempio, nella preparazione di Milone da Siracusa. Pare che il vitellino servisse da “carico” per l’atleta che doveva esercitarsi a correre e a fare esercizi con il vitello sul collo, ma pare anche che lo stesso vitello servisse per incrementare e non poche le quantità di carne che l’atleta era solito assumere. Tra gli altri prodotti utilizzati semi di svariate piante, funghi, pozioni preparate da questo o quello “stregone”, ma anche carni tipiche, quale quella di maiale, o i famosi testicoli di toro, probabilmente dei prodotti precursori degli attuali ormoni testosteroidei.
Tra i primissimi reintegratori di sicuro l’acqua, utilizzata a grandi mani nelle manifestazioni che si tenevano in genere in luoghi aperti e sotto il sole cocente dei periodi estivi. Questa acqua spesso era “arricchita” di semi ed intrugli i più vari, talvolta con semplice sale (cloruro di sodio, l’attuale sale da cucina), capace di essere uno dei più validi ed antichi reintegratori salini. Da considerare come il cloruro di sodio resti nella sua veste di reintegratore, in vita fin nei primi decenni del ‘900, allorquando lo ritroviamo ancora come valido reintegratore nelle prove di maratona, utilizzato alle Olimpiadi Moderne di Roma del 1960. Unico problema del cloruro di sodio resta quello di rendere l’acqua da bere particolarmente dolciastra e per molti soggetti gastrorepellente.
Da valutare anche che già nel 4000 prima di Cristo, in Mesopotamia si conosceva il papavero da oppio e molti ne facevano uso per sfruttarne le proprietà euforizzanti. Di certo lo conoscevano anche i greci, i romani e prima di loro gli egiziani. Nel 1800 i prodotti da esso derivati vengono commercializzati in larga scala dall’Inghilterra, che nel frattempo era diventata una dei grandi produttori di questa pianta.
Nel frattempo sempre in terra inglese e nel 1700, uno sport antico, ma rivalutato e rinominato, la boxe, permette ai contendenti che si alternano sul ring di ingurgitare grandi quantità di alcool. Una forma certamente “sperimentata” per dimenticare sia il posto nel quale ci si trova, che per sopportare meglio i colpi dell’avversario, euforizzando e non di poco le proprie imprese. Ma dell’alcool si parla anche nell’antica Grecia, allorquando si parla di ben dieci litri di vino al giorno, ingurgitato dagli atleti della solita scuola di Milone. Un quantitativo che ci pare un tantino alto, anzi forse meglio sarebbe dire alticcio e che di sicuro più che preparare atleti serviva ad allenare buoni ubriaconi.
Di certo dall’era antica ci arriva anche il primo esame antidoping, si trattava del controllo dell’alito degli atleti, metodo alquanto semplicistico, ma tendente proprio a scoprire chi avesse ingurgitato grandi quantità di alcool.
La strategia alimentare era già in voga e l’incremento dietetico di proteine già rientrava ad esempio, nella preparazione di Milone da Siracusa. Pare che il vitellino servisse da “carico” per l’atleta che doveva esercitarsi a correre e a fare esercizi con il vitello sul collo, ma pare anche che lo stesso vitello servisse per incrementare e non poche le quantità di carne che l’atleta era solito assumere. Tra gli altri prodotti utilizzati semi di svariate piante, funghi, pozioni preparate da questo o quello “stregone”, ma anche carni tipiche, quale quella di maiale, o i famosi testicoli di toro, probabilmente dei prodotti precursori degli attuali ormoni testosteroidei.
Tra i primissimi reintegratori di sicuro l’acqua, utilizzata a grandi mani nelle manifestazioni che si tenevano in genere in luoghi aperti e sotto il sole cocente dei periodi estivi. Questa acqua spesso era “arricchita” di semi ed intrugli i più vari, talvolta con semplice sale (cloruro di sodio, l’attuale sale da cucina), capace di essere uno dei più validi ed antichi reintegratori salini. Da considerare come il cloruro di sodio resti nella sua veste di reintegratore, in vita fin nei primi decenni del ‘900, allorquando lo ritroviamo ancora come valido reintegratore nelle prove di maratona, utilizzato alle Olimpiadi Moderne di Roma del 1960. Unico problema del cloruro di sodio resta quello di rendere l’acqua da bere particolarmente dolciastra e per molti soggetti gastrorepellente.
Da valutare anche che già nel 4000 prima di Cristo, in Mesopotamia si conosceva il papavero da oppio e molti ne facevano uso per sfruttarne le proprietà euforizzanti. Di certo lo conoscevano anche i greci, i romani e prima di loro gli egiziani. Nel 1800 i prodotti da esso derivati vengono commercializzati in larga scala dall’Inghilterra, che nel frattempo era diventata una dei grandi produttori di questa pianta.
Nel frattempo sempre in terra inglese e nel 1700, uno sport antico, ma rivalutato e rinominato, la boxe, permette ai contendenti che si alternano sul ring di ingurgitare grandi quantità di alcool. Una forma certamente “sperimentata” per dimenticare sia il posto nel quale ci si trova, che per sopportare meglio i colpi dell’avversario, euforizzando e non di poco le proprie imprese. Ma dell’alcool si parla anche nell’antica Grecia, allorquando si parla di ben dieci litri di vino al giorno, ingurgitato dagli atleti della solita scuola di Milone. Un quantitativo che ci pare un tantino alto, anzi forse meglio sarebbe dire alticcio e che di sicuro più che preparare atleti serviva ad allenare buoni ubriaconi.
Di certo dall’era antica ci arriva anche il primo esame antidoping, si trattava del controllo dell’alito degli atleti, metodo alquanto semplicistico, ma tendente proprio a scoprire chi avesse ingurgitato grandi quantità di alcool.
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venerdì 10 agosto 2007
SALAMINA : SERSE E GLI ATENIESI
Serse, il Gran Re dei Persiani, irruppe su Atene credendo di chiudere la partita con la capitale dell’Attica che aveva rifiutato ai suoi messaggeri il tributo della terra e dell’acqua quale segno di sottomissione.
Ma la popolazione ateniese si era rifugiata per mare nelle città amiche e nell’isola di Salamina Temistocle diede battaglia proprio lì, nel tratto di mare tra Salamina e l’Attica, il 22 settembre del 480 a.C. La vittoria di Salamina, fu l’evento cruciale visto che le sorti della guerra, sfavorevoli ai Greci, s’invertono a favore dei greci. Atene e Sparta alla fine della guerra saranno all’apice della potenza: Atene costruirà un impero marittimo, Sparta rafforzerà il proprio dominio sulla Grecia continentale. Lo scontro sarà inevitabile.
Ma la popolazione ateniese si era rifugiata per mare nelle città amiche e nell’isola di Salamina Temistocle diede battaglia proprio lì, nel tratto di mare tra Salamina e l’Attica, il 22 settembre del 480 a.C. La vittoria di Salamina, fu l’evento cruciale visto che le sorti della guerra, sfavorevoli ai Greci, s’invertono a favore dei greci. Atene e Sparta alla fine della guerra saranno all’apice della potenza: Atene costruirà un impero marittimo, Sparta rafforzerà il proprio dominio sulla Grecia continentale. Lo scontro sarà inevitabile.
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venerdì 27 luglio 2007
PRIMA GUERRA PERSIANA: LE RAGIONI DI DARIO NELL'OPINIONE DI ERODOTO
Per Erodoto la causa della prima guerra persiana risiede nella sete di vendetta nutrita da Dario I contro gli Ateniesi, rei d’aver appoggiato la sollevazione delle colonie greche d’Asia Minore. In realtà il re agì spinto da alcuni esponenti delle grandi famiglie ateniesi che volevano prendere il potere in patria con il suo aiuto e mantenerlo con una politica più favorevole ai Persiani. Si ritiene che la spedizione del 490 a.C. avesse come obiettivo reinsediare Ippia, figlio di Pisistrato e fratello d’Ipparco, restaurando la tirannide in Attica.
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domenica 22 luglio 2007
ROMOLO E LA PRIMA COSTITUZIONE DI ROMA
Così racconta Tito Livio (59 a.C. 17 d.C)nelle Storie dalla fondazione della città (Ab urbe condita libri 142)la prima costituzione a Roma promulgata da Romolo.
‘‘Romolo istituì norme giuridiche e pensando che sarebbero state veramente sacre alla mente di quegli uomini ancora rozzi ……..si rese più solenne col creare dodici littori.
…………Romolo elesse poi cento senatori, sia perché quel numero era sufficiente, sia perché solo cento erano quelli che potevano essere fatti senatori. E furono chiamati padri, certo solamente per la dignità della carica, e patrizi i loro discendenti”.
‘‘Romolo istituì norme giuridiche e pensando che sarebbero state veramente sacre alla mente di quegli uomini ancora rozzi ……..si rese più solenne col creare dodici littori.
…………Romolo elesse poi cento senatori, sia perché quel numero era sufficiente, sia perché solo cento erano quelli che potevano essere fatti senatori. E furono chiamati padri, certo solamente per la dignità della carica, e patrizi i loro discendenti”.
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sabato 21 luglio 2007
Le foibe
sulle foibe ove furono occultati cadaveri o gettate le vittime italiane della pulizia etnica e ideologica dei partigiani comunisti titini propongo questi due siti
http://www.lefoibe.it/
http://digilander.libero.it/lefoibe/
http://www.lefoibe.it/
http://digilander.libero.it/lefoibe/
I persiani distruggono Mileto (499 a.c)
La distruzione di Mileto
Nel 499 a.C. Mileto, causa probabilmente un aumento del tributo dovuto a Dario, si ribella al satrapo persiano . altre città la imitano. Chiede aiuto ad atene che invia 20 nave a sostegno sconfiggendo temporaneamente i persiani che però si rifanno ben presto distruggendo Mileto nel 494 A.c e ripristinando il dominio sulla zona.
Nel 499 a.C. Mileto, causa probabilmente un aumento del tributo dovuto a Dario, si ribella al satrapo persiano . altre città la imitano. Chiede aiuto ad atene che invia 20 nave a sostegno sconfiggendo temporaneamente i persiani che però si rifanno ben presto distruggendo Mileto nel 494 A.c e ripristinando il dominio sulla zona.
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domenica 15 luglio 2007
BREVE CRONOLOGIA DELLE GUERRE PERSIANE
500-494 a.C. : la rivolta delle città ioniche dell'Asia Minore viene piegata con fatica dal re persiano Dario
490 a. C. : prima guerra persiana : i persiani guidati da Dati e Artaferne occupano l'isola di Eubea, dove distruggono Eretria. Quindi sbarcano nell'Attica ma vengono respinti dagli ateniesi, al comando di Milziade che li costringono a ritirarsi.
480 a. C.: seconda guerra persiana. I persiani guidati dal nuovo re persiano Serse, succeduto a Dario dal 485, invadono la Grecia attraverso la Tessaglia. Alle Termopili vengono trattenuti dall'eroica resistenza di un gruppetto di spartani e tespiesi al comando del re di Sparta Leonida. Quindi penetrano in Attica dove devastano Atene abbandonata dai suoi abitanti su consiglio di Temistocle. Rifugiatisi sull'isola di Salamina, gli Ateniesi nello stretto di mare tra Salamina e l'Attica sconfiggono nuovamente i Persiani costringendo Serse a ritirarsi.
479 a. C.: il resto dell'esercito persiano guidato da Mardonio viene sconfitto a Platea (Mardonio è ucciso) dall'esercito greco comandato dallo spartano Pausania.
478 a. C.: con l'occupazione di Sesto, sull'Ellesponto da parte della flotta greca di Santippo, i persiani si vedono bloccare ogni possibile passaggio in Europa.
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domenica 8 luglio 2007
De Nicola
sulo primo presidente della repubblica vogglio sottolineare questo post tratto dal blog Magistra Vitae
http://umanesimo.wordpress.com/2007/06/15/enrico-de-nicola/
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Hastings(1066)
sulla battaglia di hastings (1066) che consegna il trono inglese ai normannni con Guglielmo il Conquistatore. segnalo questo utile post del blog Fatti e Misfatti
http://isidestoria.splinder.com/post/12880068/Hastings
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