martedì 7 giugno 2011

Istantanea dell'Alto Medioevo occidentale: il paesaggio umano e naturale

Se si volesse utilizzare un immagine per fotografare l'Occidente alto-medievale si potrebbe utilizzare quella di un paesaggio a macchia di leopardo con un precario equilibrio tra ambiente naturale e presenza dell'uomo. Dominano i boschi, le foreste, le paludi, le distese di terre incolte e desertiche in cui si inseriscono frammenti di insediamenti umani: i nuovi villaggi, le villae, i monasteri e i castelli si alternano a ciò che resta delle antiche città romane, malinconico retaggio di un passato troppo lontano per essere rivissuto e troppo recente per essere cancellato dalla memoria. In un contesto per lo più rurale , i luoghi abitati formano delle realtà a se stanti che ottengono dal paesaggio circostante il necessario a una sovente misera sopravvivenza.
Tuttavia permane una notevole differenza tra il nord dell'Europa in cui il clima rigido rende il paesaggio più ostile e selvaggio, e il meridione del continente, più romanizzato e più clemente sotto il profilo meteorologico.
Attorno ai villaggi si collocano le aree coltivate con tecniche agricole primitive e estensive: in pianura prevalgono i cereali e i legumi, in collina la vite e l'ulivo. L'occasionalità dei contatti a lunga distanza rende superflua la rete viaria congegnata dai romani che quindi è destinata a cadere in rovina e ciò contribuisce a rendere i collegamenti rari e insicuri.

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