Almeno nel primo periodo in cui i Longobardi cercarono di consolidare la loro presenza in Italia essi rimasero lontani dalle città, identificate come i luoghi privilegiati dalla popolazione degli sconfitti. Questa tendenza era favorita dall'organizzazione tribale dei Longobardi, che li aveva accompagnati nella loro ondata migratoria e che li caratterizzò anche nella fase dell'insediamento nei territori occupati. Difatti i clan familiari , denominati fare, guidati dal loro duca, si insediarono in preesistenti villaggi rurali o ne fondarono di nuovi (in cui spesso vi era la presenza del toponimo "Fara"). La separazione tra il mondo rurale controllato dagli invasori Longobardi, e quello cittadino in cui risiedevano le popolazione eredi del vecchio sistema romano impedì qualsiasi interazione tra i due gruppi.
Sul piano della geopolitica peninsulare le cose non andavano meglio. Tra i domini longobardi al Nord ( dal Friuli, al Piemonte per poi comprendere, Emilia, Toscana, Liguria e Corsica) e quelli meridionali del ducato di Benevento e di Spoleto si frapponevano i territori controllati dai bizantini insediati a Ravenna- sede del governatore o esarca - , sul litorale veneto e istriano e nelle cinque città della costa adriatica (Pentapoli): Rimini, Pesaro, Fano, Senigallia ed Ancona. Un territorio collegato alla Roma dei Papi da un lungo corridoio che passava per Perugia. I Bizantini controllavano anche la Puglia , la Calabria e nel loro complesso rappresentavano per le popolazione indigene un forte punto di riferimento della civiltà romana.
domenica 26 dicembre 2010
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Si, probabilmente lo e
Posta un commento