giovedì 16 dicembre 2010

Le Vestali


Le origini delle sacerdotesse consacrate alla Dea romana Vesta è incerta: secondo alcuni esse preesistevano alla fondazione di Roma; per altri furono istituite da Numa Pompilio. Appartenevano al complesso dei pontifici (collegium pontificum), incaricati della gestione del culto pubblico. Non si sa nemmeno se all'inizio fossero in numero di due o di quattro; sicuramente furono sei durante l'epoca storica, e infine dieci. Erano selezionate per sorteggio dal pontefice massimo , che esercitava su di loro la patria potestà tra le fanciulle nobili dai sei ai dieci anni. Restavano al servizio di Vesta per trent'anni, dieci come novizie, dieci come addette al culto , e gli ultimi dieci anni come istruttrici delle novizie. Durante tutta la durata del sacerdozio dovevano rispettare varie prescrizioni rituali e dovevano rimanere vergini. In quest'ultimo caso chi trasgrediva veniva sepolta viva. Al termine del trentennio tornavano a vivere normalmente e si potevano anche sposare
Abitavano assieme in un edificio ( Atrium Vestae; la casa delle Vestali), nel Foro adiacente al tempio della Dea. Il loro compito principale era mantenere acceso il sacro fuoco di Vesta; nel caso lo spegnessero venivano fustigate a sangue dal pontefice massimo in persone. Le Vestali inoltre procedevano in maggio alla prima mietitura rituale del farro in un campo sacro e preparavano la mola salsa, una farina di farro mista a sale , usata per coprire il capo delle vittime sacrificali ( da cui il termine "immolare").
Le Vestali riproducevano ritualmente la funzione della matrone e per questo a Roma riscuotevano i massimi onori pubblici.
Il collegio e il culto di Vesta sopravvissero fino all'imperatore Teodosio.

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