martedì 22 dicembre 2009

La Gens nell'antica Roma. Origine e significato storico

La gens nell’antica Roma è l’insieme degli individui che si riconoscono discendenti da un capostipite comune
L’origine di tale raggruppamento parentale è controverso: secondo alcuni le gentes sarebbero la forma primigenia di associazione umana dalla quale attraverso successivi raggruppamenti sempre maggiori si sarebbe poi costituito lo stato, il quale abbia finito poi per conglobarle tutti. Secondo altri invece Lo Stato avrebbe creato artificiosamente le tribù e le gentes per affermare la propria autorità sopra di esse. Per altri ancora le gentes si sarebbero generate in un processo parallelo e indipendente a quello statale man mano che le classi sociali si differenziavano.
In ciascuna gens di distinsero varie linee mediante un cognomen: ad esempio alla gens Cornelia appartenevano le famiglie degli Scipioni dei Lentuli, dei Silla etc. In età monarchica e nella prima età repubblicana le gentes erano formati esclusivamente da patrizi, detti gentiles. L'ingresso dei plebei avvenne grazie alla lex Canuleia del 445 A.C che eliminava il divieto di matrimonio tra patrizi e plebei. Ogni gens aveva culti particolari e cerimonie sue proprie. Le decisioni prese all’interno della singola gente potevano avere carattere vincolante per tutti gli appartenenti a un determinato gruppo. E i gentiles erano legati tra loro da obblighi reciproci.
L’interpretazione della suddivisione esistente in età storica tra gentes maiores e minores è controversa: secondo alcuni sarebbe da imputare all’accresciuta ricchezza di alcuni settori del patriziato, per altri invece le gentes minores sarebbero all’origine dei gruppi della borghesia plebea che divenute ricche e potenti sarebbero state ammesse al patriziato ancora aperto all’ingresso di membri di origine plebea.
Ciascun membro della gens aveva tre nomi: il gentilizo; il prenomen o nome individuale e il cognomen che identificava invece la famiglia.. L'importanza delle genealogie era evidente come strumento per acquisire prestigio e non a caso il compito di redigerlo, spesso in maniera fantasiosa era affidato a dei poeti. In questo senso è da esempio il fatto che Virgilio facesse derivare l’origine della gens Iulia - a cui appartenevano sia Giulio Cesare che Ottaviano Augusto- da Iulo, il figlio del mitico eroe troiano Enea.

1 commento:

Ansi76 ha detto...

Iulo era figlio di Enea, non di Ettore (ucciso a Troia da Achille).
Anche le famiglie plebee avevano un "nomen" identificativo, ovvero appartenevano a delle "gens": patrizio (patricius, piccolo padre) e plebeo non sono il nostro ricco e povero, ma termini che distinguevano i discendenti delle famiglie originali fondatrici di roma (i primi senatori o "padri") da famiglie "adottate" da Roma solo in un secondo momento. Molti noti plebei sono stati importantissimi Romani.