sabato 13 dicembre 2008

Le origini del capitalismo nella teoria di Max Weber

"L'Etica protestante e lo spirito del capitalismo": con quest'opera il sociologo Max Weber espone la sua fortunatissima interpretazione sui meccanismi che avrebbero portato il capitalismo ad avere origine e a svilupparsi prima in determinati Paesi a scapito di altri.
Pur senza alcuna vena polemica nei confronti di Marx , Max Weber stravolge la sua visione volta a considerare prima l'essere e poi il pensare, con i sistemi economici indipendenti dalle costruzioni culturali, filosofiche, religiose.
Weber esamina il comportamento dei protestanti ( in particolare calvinisti) dal punto di vista pratico, senza moralismi. Il luteranesimo negava la validità delle opere come strumento per giungere alla salvezza eterna. Questa condizione rischiava di gettare il credente in una condizione di disperante apatia. Nel calvinismo c'è una via d'uscita:se le opere continuano a non essere lo strumento per ottenere la salvezza, l'operare con diligenza e applicazione diventa il segno della grazia concessa, in virtù della sua sola misericordia da Dio all'uomo. Questa mentalità calvinista volta a esaltare l'applicazione nel lavoro unita alla frugalità dei costumi che impedirebbe di sperperare il denaro guadagnato, secondo Weber, favorirebbe l'emergere della propensione, tipica del capitalismo, a reinvestire nel miglioramento della propria attività lavorativa il denaro frutto della propria operosità . Al contrario della mentalità cattolica invece volta al mecenatismo e all'utilizzo di quanto guadagnato nel lusso e nel sostegno alle bellezze artistiche.
Questa toeria è stata oggetto nel corso del tempo di molte critiche: anzitutto non è dimostrato un efettivo legame tra la mentalità calminista e il desiderio di accummulare denaro. In secondo luogo la teoria di Weber non tine conto del fatto che i primi banchieri erano italiani cioè inseriti in una mentalità cattolica.
domenica 30 novembre 2008

Le dimissioni del presidente della Repubblica Giovanni Leone

Giovanni Leone nasce nel 1908. il padre è uno dei fondatori del partito popolare. Come il padre segue la carriera forense diventando un penalista di fama, docente universitario e autore di famoso manuale in cui si sono formate generazioni di avvocati. Nel 1944 entra nelle fila della DC. E' un convinto sostenitore delle ragioni repubblicane nel referendum istituzionale e nel 1946 a soli 36 anni viene eletto all'assemblea costituente. Viene eletto presidente della camera nel 1955; viene incaricato di presiedere due governi "balneari" nell'estate del 1963 e del 1968.

21 dicembre 1971. elezione del presidente della repubblica. la candidatura di fanfani tramonta a causa delle divisioni interne al partito cattolico e della propensione socialista a chiedere un candidato "progressista" dello scudocrociato. la Dc si riunisce per decidere chi candidare tra Moro e Leone. Secondo le Memorie di Leone, alla fine in seno al partito prevale lui per tre voti. Il 29 dicembre 1971 Giovanni Leone giura come sesto presidente della Repubblica, eletto la vigilia di notale al 23° scrutinio con i voti decisivi del MSI. I primi anni al Quirinale sono un successo, anche Oriana Fallaci scrive un articolo in cui manifesta il suo apprezzamento per Leone.
Ma l'idillio è destinato ad interrompersi. Nel febbraio 1976 una commissione parlamentare americana indaga sulla Lockeeed, un colosso dell'aviazione che pagava tangenti per vendere i suoi aerei. Nella vicenda risultano coinvolti anche politici italiani. A partire dal 1969 la società americana Lockeed si è assicurata la vendita di aerei militari Hercules C-130 grazie alla corruzione di uomini di governo italiani. I giornali di casa nostra riprendendo la notizia fanno riferimento anche ai mediatori italiani dell'affare Lockheed, i fratelli Ovidio e Antonio lefebvre. Quest'ultimo è un amico di vecchia data del presidente della Repubblica Leone. Dalle carte dell'azienda americane spuntano riferimenti al presunto destinatario delle tangenti il cui nome in codice sarebbe Antelope Cobbler (per alcuni sarebbe in realtà Antelope Gobbler "mangiatore di antilop"i cioè Leone; o un misterioso uomo politico che in viaggio in America si sarebbe soffermato in una vetrina ad ammirare scarpe di antilope, riferimento a un viaggio fatto da Leone in cui avrebbe comprato delle scarpe per la moglie Vittoria).

21 aprile 1976:la commissione parlamentare inquirente italiana ( secondo la nostra costituzione il presidente della Repubblica e i ministri per i reati compiuti nell'esercizio delle loro funzioni vengono sottoposti a uno speciale procedimento che prevede la messa in stato di accusa operata dal Parlamento e il giudizio affidato alla Corte Costituzionale) riceve dalla Lockeed le chiavi per decrittare i nomi in codice. Antelope Cobbler è un primo ministro italiano . Tra il 1968 e il 1970 i presidenti del Consiglio sono stati tre: nel 1968 Aldo Moro e Giovanni Leone; nel 1969 e nel 1970 Mariano Rumor; è proprio durante il ministero Rumor che si svolge la vendita degli Hercules; nonostante le cose sembrino fasi più chiare la stampa continua a ritenere coinvolto Leone sulla base dell'amicizia con Antonio Lefebvre.
11 febbraio 1977 la commissione inquirente assolve l'ex presidente del Consiglio Mariano Rumor; Antelope Cobbler è lui ma non ha ricevuto alcuna tangente. Sono invece rinviati a giudizio del parlamento il Dc Luigi Gui e il socialista Mario Tanassi, entrambi ministri della Difesa nei governi Rumor.
I radicali chiedono un supplemento d'inchiesta e denunciano Leone, assieme a Rumor, Tanassi e Gui per associazione a delinquere.
14 aprile 1977: la commissione inquirente archivia la denuncia dei radicali contro Leone per "manifesta infondatezza". Il parlamento rinvia intanto Gui e Tanassi al giudizio della Corte Costituzionale ( il giudice del Presidente della Repubblica e dei ministri è la corte costituzionale).
Nonostante Leone sia uscito completamente scagionato da questa vicenda gli attacchi mediatici contro di lui non si placano.
Nel marzo del 1978 esce "Giovanni Leone. La carriera di un presidente". Si tratta di un Libro-pamphlet durissimo contro Leone che diventa subito un best seller: 700000 copie vendute. Il libro ,scritto da Camilla Cederna, dipinge un ritratto inquietante di un presidente corrotto che arriva a vendere persino le grazie da concedere a camorristi. Le accuse del libro si riveleranno prive di ogni fondamento e infatti quando i familiari di Leone faranno causa alla Cederna per diffamazione, la giornalista viene condannata a un risarcimento miliardario.
Il 12 maggio 1978 il settimanale l'Espresso pubblica un capitolo del libro della Cederna dedicato ai figli del presidente giudicati troppo disinvolti negli affari e negli amori. Inizia da quel momento una compagna dell'Espresso senza tregua contro Leone.
Si arriva al 21 maggio 1978: L'espresso pubblica un articolo sullo scandalo Lockheed. Nonostante l'innocenza comprovata, la campagna contro il presidente della Repubblica recupera le vecchie accuse di corruzione.
L' 11 giugno 1978: arriva l'ultima accusa. L'espresso scrive un articolo in cui si contestano a Leone l'abusivismo edilizio e la frode fiscale. Accuse anche queste accertate come inconsistenti. Nessuna contestazione fiscale venne mai mossa a Leone riguardo alla villa da lui posseduta fuori Roma.
Il 14 giugno. Leone ha un colloquio prima con il presidente del Consiglio Andreotti , e quindi con il segretario della DC Zaccagnini . Nelle sue memorie Leone definirà ostile l'atteggiamento di Zaccagnini e che alla base di quell'atteggiamento vi era oltre "alla sottile malcelata ostilità politica di sempre anche il risentimento per il forte contrasto nella conduzione del caso Moro"

15 giugno. la direzione del PCI si riunisce a Botteghe oscure per discutere la posizione da assumere nei confronti del capo dello Stato: si decide per chiedere le dimissioni di Leone. Alla Camera dei deputati (13,30) Pajetta chiede ufficialmente a nome del PCI le dimissioni del presidente della Repubblica . Alle 14, 30 Zaccagnini e Andeotti si recano al Quirinale per comunicargli che nella DC si riteneva la situazione non più sostenibile. Leone sentendosi abbandonato anche dal suo partito di lì a poche ore annuncerà le sue dimissioni.
l'1 marzo 1979 la Corte Costituzionale condanna Tanassi per corruzione nell'affare Lockeed. Leone però si è già dimesso da nove mesi da Presidente della Repubblica.


La parabola discendente di Leone è strettamente connesse ali tragici avvenimenti legati al sequestro di Moro
29 aprile 1978: Moro scrive una lettera a Giovanni Leone nel quale gli chiede di farsi promotore di "equa ed umanitaria trattativa per scambio di prigionieri politici". Fanfani e Craxi sono convinti che uno scambio di prigionieri sia possibile. Leone è pronto a firmare la richiesta di grazia a favore di una brigatista. Dice: "ho l'anima pronta e la penna a disposizione" per qualsiasi grazia purché mi sia proposta. Si esamina la possibilità di destinare l'atto di clemenza a Paola Besuschio, brigatista in carcere per varie rapine ma che non si è mai macchiata di omicidi

Durante quelle frenetiche giornate giunge una telefonata della moglie di Moro a Leone: questi alla presenza di Cossiga è pronto a telefonare a Zaccagnini. Ma Cossiga lo blocca invitandogli a pensare che un simile atto avrebbe comportato un interferenza all'attività del governo. Leone fa comunque un tentativo estremo per rinvitare Zaccagnini a convocare il Consiglio Nazionale. l'obiettivo è quello di instaurare una trattativa tra DC e BR così da dare quel riconoscimento politico che le stesse BR cercano.
9 maggio 1978 ore 12: si riunisce la direzione nazionale della DC; ma mentre Fanfani stà per prendere la parola ( per chiedere la convocazione del Consiglio nazionale e annunciare la disponibilità di Leone a concedere la grazia alla brigatista Besuschio) arriva una telefonata che annuncia il ritrovamento del cadavere di Aldo Moro in Via Caetani.
Appena 45 giorni dopo la morte di Moro le dimissioni di Leone.
Le dimissioni Leone si inseriscono anche nel clima politico seguente all'omicidio di Moro che mette in crisi il compromesso storico tra DC e PCI. Esse possono essere viste come un estremo tentativo di salvare l'alleanza comunisti democristiani. Destinato al fallimento
Un'altra spiegazione la da lo stesso Leone in un' intervista al Corriere della Sera del 1955. Dietro la campagna di stampa ci sarebbero stati i servizi segreti deviati in collegamento con la P2 il riferimento è agli articoli scritti da Mino Pecorelli, direttore di OP ( e citato dalla Cederna nel suo libro) e al tempo dei fatti iscritto alla P2. Questi sospetti trovano conferma in un incontro avvenuto nel 1976 tra il segretario socialista Craxi e il capo della P2 Gelli che gli dice che con una campagna stampa sarebbe possibile cambiare il presidente della Repubblica. Questo incontro verrà confermato dallo stesso Craxi in un'audizione alla commissione d'inchiesta sulla P2. Nella relazione di minoranza della commissione parlamentare si scrive: "Le motivazioni di questa ostilità ( di Gelli verso Leone n.d.r) sono probabilmente da ricercarsi nella chiusura costantemente esercitata dal presidente Leone nei confronti del "Venerabile" della P2 che aveva cercato di accreditarsi negli ambienti politici e della massoneria come il manovratore occulto della sua elezione a presidente avvenuta nel 1971" "sta di fatto che Mino Pecorelli, il direttore di OP, iscritto alla P2, e molto legato a Gelli, almeno nel periodo a cui ci stiamo riferendo, scatenò una pesantissima campagna diffamatoria nei confronti del presidente Leone . Campagna che ebbe notevoli ripercussioni politiche, anche perchè fu sulla base degli articoli di Pecorelli , che la giornalista Camilla Cederna costruì poi la sostanza del suo libro di accusa contro il presidente della Repubblica di chiara impronta scandalistica".
La campagna diffamatoria di OP si basava sulle avventure galanti dei figli di Leone e sulla presunta infedeltà ( del tutto falsa) della moglie Vittoria.
Solo vent'anni dopo, nel 1998 , i radicali, tra i principali accusatori di Leone, chiederanno pubblicamente scusa a Leone riconoscendo che questi era totalmente estraneo a qualunque fatto criminoso.Giovanni Leone muore nel 2001 a 93 anni.
lunedì 24 novembre 2008

Il volto umano di Pio XII


Il libro del vaticanista Andrea Tornielli,“Pio XII. Eugenio Pacelli un uomo sul trono di Pietro” ( edizioni Oscar Mondadori) disegna un ritratto inedito di papa Pacelli. Documenti provenienti dall'archivio di famiglia e testimonianze finora mai pubblicate intaccano l'idea che si ha comunemente di lui, di un papa freddo e distante dai bisogni della gente. Mentre era a Monaco di Baviera in qualità di nunzio scrive una lettera al fratello in cui gli confida di non voler essere richiamato in Curia perchè “ho anche occasione di fare vero apostolato con viaggi e discorsi, mentre che a Roma sarei condannato al lavoro puramente burocratico... per il quale non sento nessuna inclinazione”. Anche sulla sua discussa decisione di non pronunciarsi apertamente contro la Shoah nazisti emergono dei particolari che mettono in evidenza lo sforzo del Vaticano per mettere in salvo gli ebrei dalla persecuzione nazista. Ad esempio l'arruolamento di migliaia di ebrei nella Guardai palatina di onore. Silvio Ascoli, figlio di Bruno Ascoli, uno degli ebrei scampati alla deportazione grazie a questo stratagemma ritiene che "Papa Pacelli abbia scelto bene: non denunce pubbliche che avrebbero provocato rappresaglie – non oso pensare che cosa sarebbe successo se le SS fossero entrate Oltretevere – ma aiuto concreto ai perseguitati".
Un libro che ci dà qualche informazione in più ma che non consente di eliminare completamente le polemiche sulla figura di Pacelli: per quello occorrerà attendere che siano aperti gli archivi vaticani ancora segreti.
mercoledì 15 ottobre 2008

Der Sturmer di Julius Streicher, il pornografo del Reich

Julius Streicher nacque a Fleinhausen, nella Baviera meridionale, il 12 febbraio 1885 da una famiglia di forte credo cattolico, fede da cui in seguito si allontanerà divenendo un acceso anticlericale. Dopo aver frequentato un corso per divenire maestro elementare, nel gennaio 1904, iniziò la sua carriera di insegnante. Nel 1909 si trasferì a Norimberga, dove nel 1912 si iscrive al partito Democratico: Distinguendosi per le sue qualità di oratore la sua fama comincia a crescere. Stando a quanto lui stesso affermerà durante il processo di Norimberga è in questa fase che egli, comincerà a maturare le sue idee riguardo alla "differenza" degli ebrei rispetto al resto della popolazione della Germania.
Durante la prima guerra mondiale Streicher si arruolò nell'arma di fanteria dell'esercito tedesco. Combatté sul fronte francese e poi su quello rumeno e quello italiano, dove si distinse per il suo coraggio tanto da meritare, prima, la Croce di Ferro di Seconda Classe e successivamente una volta promosso ufficiale, la Croce di Ferro di Prima Classe, una delle massime onorificenze al valore tedesche, fatto raro per chi come lui proveniva da una famiglia di non alto lignaggio. La sconfitta e le durissime sanzioni imposte dal Trattato di Versailles furono per lui elemento di grande frustrazione, e lo avvicinarono ancora di più alle idee razziste, nella convinzione che l'umiliazione subita dalla Germania fosse dovuta a un complotto ordito dall'Internazionale giudaica. il suo profilo di eroe di guerra, di militante di gruppi nazionalisti e antisemiti lo avvicinano a un altra figura emergente dello scenario postbellico tedesco: quello di Adolf Hitler. Streicher legge il falso documento "i Protocolli dei Savi di Sion", è tra i fondatori del del Partito socialista tedesco, a connotazione fortemente antisemita, e a partire dl 1921 diventa editore di una rivista il Deutscher Volkswille che si distingue per la violenta propaganda antiebraica. Nel 1922 assieme ai suoi seguaci confluisce nel partito nazionalsocialista dopo aver contrattato accuratamente con Hitler tutti i dettagli compresa l'assunzione da parte nazista di tutti i debiti sinora fatti da Streicher nelle sue varie attività.
Nell'aprile 1923 Steicher inizia le pubblicazione di Der Sturmer (in italiano "l'attaccante"), rivista di tono scandalistico che fece la sua fortuna per il suo carattere osceno e pornografico e che si caratterizzava per un violento antisemitismo. Der Sturmer arrivò negli anni migliore a raggiungere una tiratura di 500000 copie.
In un discorso a Norimberga del 1922 dopo aver insultato gli Ebrei, Streicher proseguì dicendo: "Noi sappiamo che la Germania sarà libera quando l'ebreo verrà escluso dalla vita del popolo tedesco."
Streicher diviene uno dei più fedeli collaboratori di Hitler: è tra i partecipanti del fallito colpo di Stato messo in piedi da Hitler e dai nazisti a Monaco il 9 novembre 1923 noto come Putsch della Birreria perchè Hitler vi pronunciò il discorso che diede avvio all'insurrezione proprio in una birreria. Streicher venne catturato pochi giorni dopo e condannato a un mese di prigione ( le autorità tedesche lo licenziarono anche dal suo posto di maestro elementare) mentre Der Sturmer sospese momentaneamente le pubblicazioni per poi riprenderle nel marzo 1924.
In un discorso del 1924: " Non per 'irresponsabilità o per divertimento io lotto contro il nemico ebreo, ma perché io ho all'interno di me la consapevolezza che tutte le disgrazie sono state portate alla Germania solo dagli ebrei. Io ancora una volta chiedo a voi, che cosa è in ballo oggi? L'ebreo non solo cerca la dominazione fra i tedeschi ma fra tutti i popoli. E i comunisti preparano la strada a questo. Non sapete che il Dio del Vecchio Testamento ordina agli ebrei di sterminare ed asservire i popoli della terra? Il governo permette all'ebreo di fare quello che più a lui accomoda. Le persone si aspettano che il governo agisca. Voi potete pensare di Adolf Hitler quello che vi pare, ma una cosa che la dovete ammettere: lui possiede il coraggio per tentare di liberare le persone tedesche dall'ebreo con una rivoluzione nazionale. Questa è davvero un'azione!"

Il tono volgare di Der Sturmer infastidisce molti gerarchi nazisti , ma Streicher ( che subirà ulteriori processi a causa delle diffamazioni lanciate sullla sua rivista) gode della protezione di Hitler che nel 1925 lo nomina Gauleiter di Norimberg( capo delle sezione del partito nazista) . Grazie a questa sua posizione che manterrà anche dopo che il nazismo arriverà al potere nel 1933 , Streicher incrementerà la sua fortuna prima grazie alle pubblicazioni di ulteriori riviste antisemite e poi con il sequestro dei beni degli Ebrei.
In un discorso del 1925 Streicher afferma: "Voi dovete capire che gli Ebrei vogiono che il nostro popolo perisca. Voi dovete unirvi a a noi e lasciare quelli che vi hanno portato inflazione, guerra e discordia. Da migliaia di anni l'ebreo sta distruggendo le nazioni. Creiamo un nuovo primncipio oggi così da poter annichilire gli ebrei."
Streicher diffonde con le sue pubblicazioni, corredate da illustrazioni esplicite, la teoria della corruzione sessuale che le donne tedesche subirebbero dagli ebrei. Gli ebrei inoltre sarebbero responsabili di omicidi rituali ai danni di bambini cristiani. Tra l'altro afferma :"La storia evidenzia le centinaia di casi in cui i bambini non-Ebrei sono stati torturati fino alla morte. A essi è stata praticata la stessa incisione nella la gola che viene trovata sugli animali macellati. Essi venivano condotti lentamente alla morte per sanguinamento mentre erano completamente coscienti". A partire dal 1935 pubblica anche libri per bambini in cui gli ebrei sono raffigurati con un aspetto demoniaco o come ripugnanti insetti. Risulta tra i più convinti sostenitori dei progetti che prevedono la risoluzione del problema ebraico attraverso l'emigrazione o anche l'eliminazione fisica ( quest'ultima da lui negata durante il processo di Norimberga): sostiene le leggi di Norimberga del 1935 e partecipa attivamente alla c.d Notte dei cristalli, il pogrom condotto in tutta la Germania dai nazisti nella notte tra il 9 e il 10 aprile 1938 nel quale vennero uccise 91 persone, rase al suolo dal fuoco 267 sinagoghe , devastati 7500 negozi e deportati circa 30000 ebrei nei campi di concentramento.
Nel febbraio 1940 viene destituito dall'incarico di Gauleiter della Franconia a seguito di indagine a suo carico commissionato da Goring e nelle quali si appura che Streicher si è arricchito appropriandosi personalmente di beni sottratti ad ebrei. I gerarchi a lui sfavorevoli (Hess, Goebbels ed Himmler) di sfruttare questa situazione per togliergli definitivamente qualsiasi potere a Steicher e cercarono di proibire le pubblicazione di Der Sturmer, che invece proseguirono grazie alla protezione di Hitler.
Durante la guerra Streicher di ritirò nella sua villa a Norimberga, e verso il la fine del conflitto fugge verso le armi dove va alla ricerca del rifugio da cui dovrebbe essere organizzata la resistenza. Il 23 maggio 1945 Streicher viene riconosciuto da forze armate americane ed arrestato: processato a Norimberga Streicher viene riconosciuto colpevole con la sua martellante propaganda di aver istigato l'odio razziale e aver contribuito a creare le condizioni per lo sterminio degli ebrei. Condannato a morte la sentenza vennee eseguita tramite impiccagione il 16 ottobre 1946.
martedì 14 ottobre 2008

INDICE NAZISMO E TERZO REICH

Der Sturmer di Julius Streicher, il pornografo del Reich
Il memoriale per gli omosossesuali vittime del nazismo
Il database con 17 milioni di vittime del nazismo
12 marzo 1938: L'anschluss . L'annessione dell'Austria al Terzo Reich
I soldati ebrei di Hitler


venerdì 12 settembre 2008

Fisiocrazia: il fallimento dell'alternativa non violenta alla Rivoluzione Francese

la fisiocrazia , la dottrina economica anticipatrice del capitalismo, si basava sulla libera circolazione di quanto prodotto in eccedenza rispetto al consumo. Questa eccedenza di ricchezza, definita prodotto netto doveva passare in mano e circolare fra coloro che l'avevano prodotta . per favorire questo processo la fisiocrazia proponeva l'eliminazione delle varie imposte, gabelle e corvées che gravano sui poveri contadini e proponeva l'introduzione di un sistema di imposta unica che avrebbe sottoposto a tassazione anche i ceti privilegiati. Questa rivoluzione ( non violenta) , che Turgot cercò di mettere in pratica, avrebbe consentito un trapasso pacifico dall'ancien regime a un sistema molto più moderno sul modello di quello che si stava sviluppando in Inghilterra e che avrebbe preso piedi negli Stati Uniti. Se la fisiocrazia avesse preso piede come modello di politica economica dello stato francese non sarebbero rimaste le condizioni di malcontento popolare che causarono la Rivoluzione francese.
domenica 31 agosto 2008

Cause della rivoluzione francese: il collasso economico dello Stato


Quando nel 1774 Luigi XVI saliva al trono di Francia la situazione finanziaria dello stato era prossima alla bancarotta. Per cercare di risanare il bilancio compromesso anche dalla dispendiosa Guerra dei sette anni( il deficit ammontava alla cifra di 50 milioni di franchi) , il nuovo sovrano nominò Turgot ,controllore generale delle finanze. Questi cercò di introdurre i principi della fisiocrazia: libera circolazione del grano, l’abolizione delle corporazioni di mestiere e soprattutto l’adozione di un’imposta fondiaria unica che gravasse anche sulle ricchezze dell’aristocrazia e dal clero. Turgot dovette però ammainare bandiera bianca a fronte dell'irriducibile resistenza dei ceti privilegiati. Luigi XVI non ebbe il coraggio di difenderne l'opera e lo licenziò nel 1776.
Di fronte all'aggravarsi della situazione finanziaria, Luigi XVI fece ricorso all'economista e banchiere ginevrino Jacques Necjer sostenitore di una politica meno liberalizzatrice di quella di Turgot e rivolta alla riduzione della spesa pubblica piuttosto che all'aumento delle tasse. Necker pubblicò per la prima volta il bilancio dello Stato eliminando la voci passive nella speranza di indurre all'acquisto dei buoni statali. Ma si dimenticò di cancellare dal rendiconto le risultanze degli sprechi della corte le cui dimensione irritarono l'opinione pubblica. Luigi XVI per questo motivo provvide a licenziare anche il Necker. Il suo successore Alexandre de Calonne aumentò le spese che vennero finanziate con i prestiti in assenza di nuove tasse, aggravando ulteriormente la situazione di bilancio. Il deficit passò dagli 86 milioni di livres del 1785 al 125 milioni di livres del 1787. Calonne a questo punto propose le stesse misure di Turgot e Necker: l'introduzione di una tassazione nei confronti del patrimonio della nobiltà e del clero. Di fronte alle resistenze dei notabili Luigi XVI toglie il suo sostegno al ministro delle finanze licenziandolo nell'aprile del 1787 e rinunciando all'eliminazione delle condizioni di privilegio unica condizione necessaria per la sopravvivenza dello Stato.
lunedì 28 luglio 2008

Lo scandalo della Banca Romana

Tale scandalo risale al 1889. Dopo la costituzione del Regno il governo non era riuscito a unificare le banche di emissione e aveva autorizzato sei istituti a stampare moneta: la Banca Nazionale, la Banca Romana, il Banco di Napoli, il Banco di Sicilia, la Banca Nazionale Toscana e la Banca Toscana di Credito. Esisteva una legge del 1874 che limitava il diritto di emissione, ma le banche si facevano concorrenza e la vigilanza era esercitata, a dir poco, sommariamente. Quando si sparse voce che nei conti della Banca Romana, erede di un istituto di credito dello Stato Pontificio, vi erano gravi irregolarità, il ministro dell’Agricoltura e commercio, a cui spettava il controllo, nominò una commissione d’inchiesta presieduta dal senatore Giacomo Alvisi. Gli inquirenti scoprirono che la circolazione eccedeva di 25 milioni quella autorizzata dalla legge e che la banca aveva fatto stampare clandestinamente 9 milioni di biglietti, soprattutto in tagli da duecento lire, per coprire un vuoto di cassa e un numero considerevole di crediti sofferenti, praticamente irrecuperabili. Il governatore della Banca era Bernardo Tanlongo, un uomo che Nello Quilici, in un libro pubblicato cinquant’anni dopo, descrisse così: «Vecchio mercante di campagna di 73 anni, rozzo e frusto arnese dell’affarismo romano, semianalfabeta, arruffone, imbroglione, confusionario, con una situazione patrimoniale privata ingarbugliatissima, apparentemente florida, in realtà carica di debiti». La Banca assicurò che avrebbe risanato i suoi conti e il governo, in cui Giovanni Giolitti era ministro del Tesoro, preferì soffocare lo scandalo per evitare danni alla credibilità finanziaria dell’Italia in Europa. Sarebbe stato necessario raddoppiare la vigilanza e costringere Tanlongo a dimettersi.Ma lo stesso Giolitti, divenuto nel 1892 presidente del Consiglio, inserì Tanlongo in una «infornata» di nuovi senatori. Perché un uomo attento, prudente, buon conoscitore della macchina amministrativa e personalmente onesto come Giolitti, commise un tale madornale errore? È probabile che il governatore della Banca Romana avesse elargito prestiti e finanziamenti a una buona parte della classe politica.È possibile che lo stesso re Umberto avesse contratto qualche debito. La bonaccia durò poco. Mentre il senatore Alvisi mostrava segni d’irritazione e insofferenza per lo scarso seguito dato alla sua relazione, la faccenda finì nelle mani di un giovane economista romano, Maffeo Pantaleoni e di un deputato repubblicano, Napoleone Colajanni, nonno e omonimo di un brillante e tagliente economista, . Lo scandalo, da quel momento, sfuggì al controllo del governo e rivelò una situazione ancora più disastrosa: i biglietti clandestini ammontavano a settanta milioni di lire, la Banca ne aveva ordinati altri quaranta a uno stampatore di Londra e le casseforti erano piene di cambiali in sofferenza. Tanlongo e il suo tesoriere furono arrestati. Un debitore di Tanlongo, il deputato Rocco De Zerbi, morì improvvisamente, forse suicida. I due maggiori uomini politici dell’Italia d’allora, Francesco Crispi e Giovanni Giolitti, furono inseguiti per parecchi anni da sospetti, inchieste parlamentari, indagini giudiziarie. Vi fu persino un momento, alla fine del 1894, quando Giolitti, per sottrarsi a un possibile arresto, decise di andarsene in Germania per un mese e mezzo. Nel mezzo della crisi, tuttavia, Giolitti aveva trovato la soluzione del problema. Nell’estate del 1893 fece approvare dalla Camera una legge che prevedeva la fusione delle principali banche di emissione e trasformava la Banca Nazionale, di fatto, in Istituto centrale. Era nata così da uno scandalo la Banca d’Italia. Da allora, come abbiamo constatato in queste settimane, è un po’ invecchiata. Un’altra vicenda, fortunatamente molto meno grave di quella in cui fu coinvolto il governatore Tanlongo, potrebbe essere l’occasione di una nuova giovinezza.

di Sergio Romano
fonte: corriere.it
mercoledì 16 luglio 2008

L'albero genealogico di Carlo V



Grazie alla sapiente politica matrimoniale del nonno Massimiliano I d’Asburgo, Carlo V diverrà il sovrano più potente della prima metà del '500, governando un impero sul quale lui disse "non tramontava mai il sole". Ispirandosi al Sacro Romano Impero di Carlo Magno, si proponeva come guida morale e politica per gli stati cristiani d’Europa, contrapponendosi all’espansionismo ottomano nel Mediterraneo ed nei Balcani. L’espansione della Riforma protestante incrinò però dall’interno il suo progetto di unità cristiana a cui si aggiunse la rivalità con Francesco I che lo costrinse ad una guerra continua con la Francia.

Nonno paterno: imperatore Massimiliano I di Asburgo
Sposa Maria di Borgogna
Figlio: Filippo il Bello (1478- 1506)
Nonno materno: Ferdinando il Cattolico di Aragona
Sposa Isabella di Castiglia
Figlia: Giovanna (1479-1555)
Filippo il Bello di Asburgo sposa Giovanna di Aragona-Castiglia
Figlio: Carlo V di Asburgo
Borgogna e Fiandre
Nel 1506 eredita dal padre Filippo il Bello i territori dello stato borgognone, acquisiti dalla famiglia in virtù del matrimonio tra Massimiliano I d’Asburgo e Maria, figlia del duca di Borgogna Carlo il Temerario.
Regno di Napoli e di Sicilia e Corona d'aragona
Nel 1516, alla morte del nonno materno Ferdinando di Aragona, eredita i Regni di Napoli e di Sicilia insieme con la corona d’Aragona.

Regno di Castiglia
Nel 1516, sempre alla morte del nonno materno, eredita la Castiglia e gli immensi domini coloniali d'oltremare, che Ferdinando aveva legato alla corona d’Aragona sposando Isabella di Castiglia.
Sacro Romano Impero
Alla morte del nonno paterno Massimiliano I d’Asburgo, nel 1519, acquisisce i possedimenti asburgici nell'Europa centrale (Austria, Ungheria e Boemia). Diventa così il principale candidato alla successione imperiale, e infatti nello stesso anno ottiene la carica dai principi elettori germanici superando la concorrenza del suo acerrimo rivale, Francesco I di Francia.
Massimiliano I di Asburgo (1459-1519)
Figlio dell’imperatore Federico III, con la sua politica matrimoniale,pose le basi della potenza degli Asburgo: sposò in prime nozze Maria di Borgogna, entrando in possesso delle Fiandre, poi nel 1494 Bianca Sforza, avversando le mire dei francesi sullo stato di Milano. Predispose inoltre le nozze del figlio Filippo con Giovanna la Pazza, e stipulò contratti matrimoniali con Ladislao Jallone, re di Boemia e d’Ungheria, assicurando al nipote Ferdinando ( fratello minore di Carlo V) la successione a queste due corone.
Maria di Borgogna (1457-1482)
Unica figlia del duca di Borgogna Carlo il Temerario, succedette al padre nel 1477, per far fronte all’insurrezione dei Paesi Bassi, che chiedevano un ritorno alle autonomie comunali, e alle mire espansionistiche della vicina Francia chiese aiuto all’arciduca Massimiliano d’Asburgo, che sposò il 29 agosto dello stesso anno, ma morì per un incidente di caccia dopo solo cinque anni, lasciando due figli, Filippo il Bello e Margherita d’Austria.
Filippo I il Bello (1478-1506)
Figlio dell’imperatore Massimiliano d’Asburgo e di Maria di Borgogna, ebbe in eredità dalla madre nel 1482 i Paesi Bassi. Nel 1496 sposò Giovanna la Pazza, figlia di Ferdinando il Cattolico e Isabella di Castiglia, e in virtù di questo matrimonio e degli squilibri mentali della moglie divenne principe ereditario della Castiglia. Alla morte di Isabella Ferdinando e Filippo si contesero il regno e nel 1506 raggiunsero un accordo: a Ferdinando andò l'Aragona e per evitare una guerra, rinunciò alla Castiglia in favore di Filippo, il cui regno non durò che pochi mesi: egli morì infatti il 25 settembre dello stesso anno.
Ferdinando il Cattolico di Aragona (1452-1516)
Figlio di Giovanni II d’Aragona e della sua seconda moglie Giovanna Enrìquez, sposò nel 1469 Isabella di Castiglia, che appoggiò nella lotta per la successione alla corona del fratello Enrico IV. Ebbe così inizio il regno congiunto dei due sovrani, che nei fatti perseguivano una politica "spagnola", nonostante governassero due stati separati sul piano costituzionale. Cardine di questa politica fu l'unità religiosa spagnola che venne perseguita con la caduta del regno arabo di Granada, fu completata l’opera di reconquista, coronando il principio di unità religiosa perseguito dai due sovrani
Giovanna la Pazza (1479-1555)
Secondogenita dei re cattolici Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia, sposò nel 1486 l’erede di Massimiliano d’Asburgo e Maria di Borgogna, Filippo il Bello, da cui ebbe i futuri imperatori Carlo V e Ferdinando ( imperatore dopo Carlo dal 1555 al 1564). A causa dei continui tradimenti del marito Giovanna fin dal 1503 cominciò a trascendere in violente scenate di gelosia e in veri e propri episodi di squilibrio, tanto che quando assunse il titolo di regina di Castiglia, alla morte della madre, la sovranità effettiva venne esercitata dal marito Filippo e, dopo il 1506, dal padre Ferdinando. La morte del consorte dette infatti il colpo di grazia alla salute mentale di Giovanna, che fu segregata in un palazzo di Tordesillas, dove visse per quasi cinquanta anni.
Isabella I di Castiglia (1451-1504)
Figlia di Giovanni II di Castiglia e di Isabella di Portogallo, sposò nel 1469 Ferdinando d’Aragona, allora re di Sicilia ed erede della corona aragonese. Durante il suo regno la Castiglia si caratterizzò per una politica espansionistica culminata nel 1492, nella conquista dell’ultimo stato arabo della penisola iberica, il regno di Granada, mentre nello stesso anno prendevano il via le spedizioni di Cristoforo Colombo verso le Americhe.
Carlo V di Asburgo (1500- 1556)
Fin dalla sua nascita a Gand, il 24 febbraio 1500, acquisì il titolo di duca del Lussemburgo. essendo ancora minorenne alla morte del padre Filippo il Bello, sua zia Margherita d'Austria ottenne la reggenza dei Paesi Bassi. Dichiarato maggiorenne nel 1515, il giovane principe raccolse prima l'eredità del nonno materno Ferdinando il Cattolico (1516) e quindi quella del nonno paterno, Massimiliano d'Absburgo (1519). In questo stesso anno egli fu eletto imperatore del Sacro Romano Impero. Le terre, appena scoperte in America, appartenevano anche alla Spagna e Carlo V poté così dire che il sole nel suo regno non tramontava mai.


vedi anche
http://it.wikipedia.org/wiki/Carlo_V_del_Sacro_Romano_Impero#Albero_genealogico
http://www.silab.it/storia/?pageurl=22-l-albero-genealogico-di-carlo-v
http://cronologia.leonardo.it/storia/tabello/tabe1500.htm
lunedì 16 giugno 2008

Il neogotico o gothic revival

Nel XIX° secolo si assiste in architettura a un recupero dello stile gotico. Una tendenza collegata al trionfo delle teorie romantiche e che che affonda le proprie radici in Inghilterra dove assume il nome digothic revival che ha il suo esempio più famoso nella villa Strawberry Hill nella sua forma restaurata dallo scrittore Horace Walpole.









Nell’architettura europea, il revival gotico si manifesta in Francia con il restauro della facciata della cattedrale medievale di Notre-Dame, compiuta da Viollet-le-Duc con e De Fabris con quella della facciata del duomo di Firenze ( Santa Maria in Fiore)




In Italia và ricordata anche la creazione di nuovi edifici in stile neogotico, è il caso di D'Andrade con il Borgo di Torino.

http://www.borgomedioevaletorino.it
http://www.friendsofstrawberryhill.org/
http://it.wikipedia.org/wiki/Architettura_neogotica
http://www.follytowers.com/fonthilltxt.html
http://www.neuschwanstein.com/english/index.htm



domenica 1 giugno 2008

Il memoriale per gli omosossesuali vittime del nazismo

Un monumento agli omosessuali vittime del nazismo. E' stato inaugurato a Berlino, non lontano dalla Porta di Brandeburgo, di fronte al memoriale delle vittime ebree dell'Olocausto.

L'opera, un cubo di cemento alto cinque metri, contiene al suo interno un video che rappresenta atti d'amore tra due uomini. "Per noi è importante far vedere scene di passione tra due uomini, perché questo è il problema dell'omofobia", dice uno degli autori, Michael Elmgreen. "Puoi stabilire diritti teorici, ma alla fine tutto resta come sempre: non vogliono accettare di guardarci".

Tra il 1933 e il 1945, almeno diecimila omosessuali vennero deportati nei campi di concentramento. Fino al 1969, anno della sua abrogazione, la legge tedesca puniva l'omosessualità, che è infine stata completamente depenalizzata solo nel 1994.
mercoledì 21 maggio 2008

Annibale attraversa le Alpi con gli elefanti


Durante la seconda guerra punica nel settembre del 218 il gnernarale cartaginese Annibale arriva sul passo del Monginevro con 20 mila fanti, 6 mila cavalieri e 21 elefanti. Solo la metà dell'esercito partito dalla Spagna (90 mila fanti, 12 mila cavalieri e 37 elefanti) con lo scopo prima di allearsi con le popolazioni galliche e poi scendere in Italia per scontrarsi con le armate romane. Ma Annibale sbagliò il calcolo perché le tribù galliche gli furono generalmente ostili salvo il re de Boi, Magilo che lo aiutò a varcare le Alpi. Fu una traversata estenuante che costò la vita a molti soldati. In più i cartaginesi dovettero affrontare il duro inverno della Pianura Padana e secondo Polibio solo un elefante sopravvisse ai suoi rigori.

Lo storico greco ci dà la sua testimonianza di quell'evento:

"Attraverso le regioni pianeggianti, Annibale giunse alle pendici delle Alpi. In testa erano gli elefanti (…) i nemici, che non avevano mai visto quegli animali, non osavano avvicinarsi. (…) Raggiunto il valico delle Alpi, Annibale ordinò una sosta (…). All'alba (…) fu ripresa la marcia, ma la discesa si rivelò più difficile della salita. Nella notte era caduta la neve e la colonna avanzava lentamente. Giù per i sentieri scoscesi, uomini e cavalli sdrucciolavano, cadendo gli uni sugli altri, a stento trattenuti dagli arbusti e dalle radici affioranti qua e là. Il passaggio di tanti uomini e animali trasformava in molle poltiglia il sottile strato di neve fresca, scoprendo il ghiaccio sottostante (…).

Leggendosi sulla faccia di ognuno lo scoramento e la disperazione, Annibale, spintosi innanzi e fatti fermare i soldati su un promontorio, donde la vista spaziava largamente, mostrò loro l'Italia, e ai piedi delle Alpi la pianura Padana, dicendo che essi superavano allora non solo le mura d'Italia, ma della stessa città di Roma, che tutto il resto sarebbe stato agevole e piano, che con una o al massimo due battaglie avrebbero avuto nelle loro mani la rocca e la capitale d'Italia".


GLI ELEFANTI DI ANNIBALE NELLA MONETE PUNICHE E NEOPUNICHE (PDF)
mercoledì 7 maggio 2008

Le foto inedite dei morti di Hiroshima

Riappaiono dopo 63 anni 10 foto dei morti del massacro nucleare di Hiroshima ( 6 agosto 1945). Gli scatti furono recuparati da un soldato americano Samuel Capp, trovò per caso frugando tra i morti e ispezionando una caverna dopo l'occupazione, e che sono rimaste negli archivi del fondo intitolato al presidente Herbert Hoover presso l'Università di Stanford fino a oggi.

clicca quà per vedere le foto
lunedì 28 aprile 2008

On line l'archivio dell'Old Bailey

Da oggi lo storico archivio dell'Old Bailey, il tribunale londinese dei processi penali è liberamente e gratuitamente consultabile on line da tutto il mondo. oltre 20000 i documenti disponibili dal 1674 al 1913 tra cui alcuni processi eccellenti come quello a Oscar Wilde per omosessualità o quello del dottor Harvey Crippen che uccise e seppellì la moglie nel giardino, il cui caso ispirò Hitchcock per il celbre film "la finestra sul cortile".

http://www.oldbaileyonline.org/
domenica 27 aprile 2008

L'uomo prestorico fu a rischio di estinzione

40000 anni fà la specie umana era a rischio estinzione a causa delle a ride condizioni climatiche cui furono interessati i nostri più antichi antenati dell'Africa meridionale e orientale, che costrinse la società primitiva a cercare nuove aree per la loro sopravvivenza. . E' quanto risulta da una ricerca genetica condotta da un'equipe di scienziati internazionali e pubblicata sulla rivista scientifica American Journal of Human Genetics. Una teoria che viene ritenuta molto attendibile all'interno della comunità scientifica perchè basata sul fatto ormai ritenuto certo che in quel periodo le comunità umane si erano ridotte a poche centinaia di individui, un numero la cui esiguità giustifica tale rischio.

leggi l'articolo ( Repubblica.it)
martedì 22 aprile 2008

Per Erodoto le guerre persiane furono scontro di civiltà

L’aggressione persiana alla Grecia è un sogno di conquista o un tentativo di intimidire i greci in modo da riaffermare l'autorità dell'impero achemenide? Erodoto non ha dubbi: i re persiani hanno mire di dominio sulla Grecia e quindi si tratta del pirmo vero scontro di civiltà che oppone da un lato la signoria assoluta persiana dall'altra la volontà di mantenere la propria libertà dei Greci. In realtà la regione è più pratica l’impero persiano, benché multietnico e abbastanza tollerante nei confronti delle diversità culturali e religiose, non può permettersi vicini audacie intraprendenti come le poleis greche, soprattutto da quando queste, Atene in testa, mirano al controllo dell’Egeo e sfruttano le teste di ponte rappresentate dalle proprie colonie asiatiche per creare tensionia all'interno dello stesso impero persiano.

P.S: su erodoto ho trovato questo lsito fatto molto bene e ve lo voglio segnalare.
domenica 20 aprile 2008

I mancati processi ai criminali di guerra nazisti

Dopo la nascita del governo Adenauer in Germania per venire incontro alle esigenze internazionali di reintegrare la Germania occidentale nel quadro delle potenze del blocco anticomuniste. E così anche l'Italia tende dopo il settembre del 1949 tende ad allentare la morsa nel perseguire i crimini tedeschi. Una vicenda che richiama direttamente a stragi nascoste come quella di Sant'Anna di Stazzema e dell'armadio della vergogna scoperto nel 1994 di ci ci parla Filippo Focardi in questo articolo:

http://www.storicamente.org/focardi_shoa.htm
sabato 19 aprile 2008

La storia manipolata secondo Giordano Bruno Guerri

Pongo alla vostra attenzione questo interessante articolo di Giordano Bruno Guerri sulle manipolazioni della storia nei manuali scolastici, Un'argomento troppo sottovalutato e la cui rilevanza emerge dal fatto che per molti studenti il manuale rimarrà l'unico o uno di pochi libri di storia che consulteranno e comunque un punto di riferimento per riprendere anche da adulti l'approccio alle questioni storiche.

http://www.ilgiornale.it/a.pic1?ID=253375

Il database con 17 milioni di vittime del nazismo

Lo United States Holocaust Memorial Museum è riuscito a compilare un database digitale contenente i nomi di ben 17,5 milioni di persone vittime del Nazismo.
L’archivio non è liberamente consultabile online, ma occorre prima compilare un formulario nel quale si devo dare fornire le proprie generalità e spiegare i motivi della ricerca. Priorità assoluta è ovviamente data ai parenti delle vittime dell'olocausto che volessero ricavare dagli archivi preziose notizie sulla sorte dei loro cari.
venerdì 18 aprile 2008

RICOSTRUITA LA VOCE DEL NEANDERTHAL

l'antropologo Robert McCarthy, professore universitario in Florida, ha ricostruito il funzionamento della laringe e messo a punto il suono della voce dell'uomo di Neanderthal

"Il linguaggio dei Neanderthal secondo le nostre ricostruzioni - ha spiegato Robert McCarthy - mancherebbe del suono delle vocali estreme, /a, i, u/, vocali che invece contraddistinguono il parlare contemporaneo. Le vocali estreme sono le basi del linguaggio, facile capire quindi che ascoltare un uomo di Neanderthal oggi potrebbe apparire lievemente differente dalla nostra maniera di riprodurre suoni".

LEGGI L'ARTICOLO COMPLETO SU REPUBBLICA.IT

ASCOLTA L'AUDIO
giovedì 13 marzo 2008

12 marzo 1938: L'anschluss . L'annessione dell'Austria al Terzo Reich

Il 1938 lo ricorderemo sempre con una punta di rabbia, con il rimpianto delle occasioni perdute. é l'anno di Monaco, della grande rassegnazione pudicamente battezzata «appeasement», delle concessioni a Hitler nell'illusione di appagarlo, dell'aggressività tedesca, dell'acquiescenza italiana, della passività britannica.

Si muove la Wehrmacht

Sotto un cielo immacolato, sereno, di un colore pasquale, la Germania inghiotte l'Austria. Il 12 marzo la Wehrmacht attraversa la frontiera, il 13 l'annessione diventa effettiva e la svastica sventola su Vienna. Hitler cancella una nazione e porta i confini della Grande Germania al Brennero. Invano il Governo austriaco ha cercato l'appoggio del duce: Mussolini non è più l'uomo del '34, che aveva garantito l'indipendenza austriaca, e soprattutto Hitler non è più quello di allora. L'Austria è rimasta sola e sarà ridotta a una provincia tedesca, con il nazista Arthur Seyss-Inquart come governatore.

La guerra dei fiori

L'austriaco di Braunau, il 13, torna nel suo Paese da padrone, fra incredibili manifestazioni di gioia. I gerarchi nazisti, stupiti, chiamano l'annessione la "guerra dei fiori". L'esercito austriaco non oppone resistenza e trecentomila viennesi inneggiano al Fuehrer, il 15, nella grande parata sul Ring, fra bandiere, musiche, canti e lanci di fiori. «Non sono venuto come un tiranno - urla Hitler nella Piazza degli Eroi - ma come un liberatore». La gente, elettrizzata, è con lui: non percepisce che quell'uomo è pericoloso e che, di azzardo in azzardo, porterà il Reich alla disfatta.

Arresti e fughe

La Germania incorpora senza colpo ferire sette milioni di uomini, l'Austria diventa la Marca orientale e sul tavolo della Storia nulla per Hitler è più vietato. L'intellighenzia viennese, cui tanto deve la cultura contemporanea, è colpita duramente. Settantamila persone sono arrestate in pochi giorni e fra gli ebrei austriaci serpeggia, nascosto e tragico, il brivido del suicidio. La diaspora si sparge nel mondo, subito, prima che sia troppo tardi. Il Paese spalanca le porte al Fuehrer ma le sue teste migliori se ne vanno: Sigmund Freud, Karl Popper, Arnold Schoenberg, Fritz Lang, Otto Preminger.

La politica «del carciofo»

L'Austria muore e Hitler tira diritto. Avanzerà senza pudore, strappando a una a una come a un carciofo le foglie dell'Europa. «I nostri avversari - dice - non chiedono che di coltivare i loro fiori, pescare con la lenza e passare le serate accanto al fuoco. Loro riflettono, noi agiamo». Dopo l'Austria, toccherà alla Cecoslovacchia. Nell'estate del '39 la parola Danzica rimbalzerà di bocca in bocca. E Hitler, invadendo la Polonia, innescherà la miccia che farà bruciare il mondo.

di Marco Innocenti